L'esperta risponde

Plarn, riciclare i sacchetti

Scritto da Veruska
Borsa e foto di My Recycled Bags

Borsa e foto di My Recycled Bags

Ci scrive Bianca:

Care esperte,
vorrei chiedervi un consiglio o meglio fare una proposta anche a tutti quelle/i che vi seguono su questo blog.
Tornata dalle vacanze mi accingo a fare un po’ di ordine in casa e fra tante cose ho trovato numerose audiocassette ormai direi obsolete in quanto più nessuno le usa e tantomeno ascolta. Ecco però la mia riflessione: il nastro di queste audiocassette, come anche di video cassette, non potrebbe essere utilizzato come filato e quindi lavorato a maglia o uncinetto? Credo proprio di sì ed ho anche provato, certo il colore marroncino cacca non è il massimo e limita le possibilità, ma sono sicura che voi o qualche altra knitter molto creative sapreste suggerire qualche idea brillante per utilizzare questo materiale.

Ringraziamo Bianca che con la sua domanda tocca il riciclo, un argomento che sta a cuore della redazione, e ci permette anche di parlare di plarn.
Plarn è un termine che nasce dalla contrazione di plastic e yarn, ossia filato di plastica. Si ottiene tagliando in lunghe strisce le buste della spesa (per sapere come fare, potete consultare questo videotutorial). Con l’obsolescenza delle musicassette e delle videocassette, inoltre, alcune artigiane particolarmente inventive hanno pensato di aprirne le custodie di plastica e di usare i nastri a mo’ di filato.
Come dice Bianca, il colore non è bellissimo, ma il nastro viene lavorato all’uncinetto per creare resistenti borse, soprattutto per la spesa, accessori per la casa, bijoux e giocattoli. Dato che i materiali sono altamente infiammabili, è bene non usarli per elementi d’arredo e accessori che possano entrare in contatto con fonti di calore. In ogni caso, non è possibile indossarli a pelle, perché il risultato del lavoro è rigido e pieno di spigoli e, ripeto, altamente infiammabile. Questi nastri non scorrono sui ferri, per cui è molto più semplice lavorarli all’uncinetto. Anche in questo caso, è bene proteggere (con un cerottino o un anello) l’indice con cui regolate la tensione del filo, perché rischiate di farvi male a causa della frizione continua con un elemento completamente inelastico.

Insomma, ma allora cosa ci facciamo con questo plarn? Ecco alcune idee interessanti per chi vuole cimentarsi (io comunque uso il nastro delle cassette per chiuderci i pacchi regalo). Partiamo con due pesciolini, le istruzioni del primo sono in inglese, accompagnate da un fototutorial,  quelle del secondo sono in francese e fanno uso di simboli. Qui, il modello di un portasaponetta e qui, ecco delle ciabattine da doccia. Cindy, la curatrice del blog Myrecicledbags, si è specializzata nella lavorazione del plarn e dei vecchi nastri, ecco qui un suo coloratissimo modello che usa plarn e linguette di lattine. Altre due borse interessanti le possiamo trovare sul forum di Crochetville e a questo link. Finisco l’elenco con un braccialetto di cuoricini.

È interessante segnalare, inoltre, l’operazione Invisible Sisters. Le donne svantaggiate di Manila lavorano all’uncinetto sacchetti di plastica e rifiuti elettronici per creare borse e altri prodotti che poi rivendono per creare un reddito dalla loro attività artigianale.

L'autrice

Veruska

Veruska è una redattrice, una designer internazionale di modelli per uncinetto e una insegnante (talora di uncinetto, talora universitaria). I suoi lavori le succhiano la vita, le va benissimo così. Su Ravelry è sempre Veruska.

2 commenti

  • non so se mi trovo nel posto giusto (se sbagliato vogliate scusarmi) ma ho parecchie difficolta’ nel fare il cappuccio di un cardigan, nel senso che se mi viene si tratta di un caso fortuito!!
    Non riesco cioe’ a capire come fare gli aumenti per parte e centrali e poi le diminuzioni, affinche’ una volta che il cardigan e’ abbottonato non ti strozzi e/o tiri ai lati
    Grazie tantissime se mi vorrete dare una (grossa) mano ciao
    tere

    • Sei abbastanza nel posto sbagliato dato che hai messo questa domanda a commento di un articolo che parla di plarn, cioè di filo ottenuto riciclando i sacchetti di plastica, e non magari a commento di un articolo che parla di cappucci. Detto questo, direi che per eseguire correttamente il cappuccio del tuo cardigan avresti dovuto seguire fedelmente le istruzioni del cardigan con cappuccio. da qui, senza sapere come è costruito questo cappuccio (esistono molte costruzioni diverse che permettono di ottenere un cappuccio) né il cardigan, e senza sapere a che tensione, con quale punto e con quale tecnica esatta stai lavorando, è del tutto impossibile darti istruzioni precise.
      Se il modello del cardigan, per contro, non ti dava istruzioni precise e circostanziate su come realizzare il cappuccio, in una parola dovevi evitare di iniziare a lavorarlo e optare per un modello meglio scritto. Qui http://www.ravelry.com/patterns/search#craft=knitting&view=captioned_thumbs&pa=hood&sort=best&pc=coat|cardigan trovi oltre 1600 diversi modelli di giacca o cardigan con cappuccio tra cui scegliere. Se proprio non vuoi rifare 6tutto il capo, limiati a cercare un modello con la tensione e la forma del collo più simile possibile a quella del tuo capo e imitane il cappuccio.

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