Curiosità L'esperta risponde

Traduzione e divulgazione dei pattern: come fare

Scritto da Veruska

Tradurre_patternSpesso e volentieri, su vari forum, si legge una certa confusione su cosa sia possibile o meno fare riguardo a un pattern, che sia stato pubblicato su una rivista, in un libro, o da una designer indipendente nel suo e-shop.
Vediamo di fare un po’ di luce sulla questione, parlando di copyright tradizionale, non di licenze CC o materiali di pubblico dominio; ad esempio, la foto a fianco è di pubblico dominio.

La cosa funziona così: la designer scrive un modello, che decide di vendere, pubblicare su una rivista o dare gratuitamente, a noi non interessa. Suoi sono i diritti d’autore delle istruzioni (a meno che non li abbia ceduti all’editore, che in tal caso li detiene, ma il discorso non cambia nella sostanza). Quindi non ci si può attribuire la maternità di quel modello, perché il modello l’ha scritto lei. Anche se è un modello molto banale, come un cappellino a maglia bassa, le istruzioni, come le ha scritte lei, sono sue. Non possiamo neanche, senza il suo permesso, ridistribuire il modello mettendolo sul nostro blog, ma possiamo mettere sul nostro blog un link al suo modello, dicendo “si scarica da qui”.

Per le traduzioni: se vogliamo fare una traduzione del modello per conto nostro, siamo padronissime, se vogliamo però divulgarla, dobbiamo chiedere il permesso all’autrice del modello. I diritti d’autore *della traduzione* sono nostri, cioè nessuna potrà dire “la traduzione l’ho fatta io”, se l’ho fatta invece un’altra persona. Ad esempio, se prendete un romanzo di Stephen King, troverete all’interno il nome del traduttore, di solito Tullio Dobner. Quindi il copyright del romanzo è di King, perché l’ha scritto lui, ma il copyright della traduzione è di Dobner. Dobner non può dire che il romanzo l’ha scritto lui, così come King non può dire che la traduzione l’ha fatta lui.

Ora, diciamo che c’è un modello che ci piace tantissimo in una lingua a noi sconosciuta, ad esempio il russo. Decidiamo di pagare una persona per fare la traduzione (o questa persona la fa gratis, non importa). In questo caso, il diritto d’autore della traduzione è sempre di chi l’ha fatta, quindi la persona che abbiamo pagato per tradurre (tranne che nel caso in cui l’abbia, di nuovo, ceduto all’editore); il diritto d’autore del modello resta alla designer, e noi possiamo usare quella traduzione per fare il modello che ci piace, ma non possiamo pubblicare o divulgare quella traduzione, che è a uso privato, senza il consenso della designer russa (e della traduttrice). Tutto ciò può essere considerato giusto, sbagliato, moralmente contestabile da varie persone, ma è così che funziona da un punto di vista legale.

L'autrice

Veruska

Veruska è una redattrice, una designer internazionale di modelli per uncinetto e una insegnante (talora di uncinetto, talora universitaria). I suoi lavori le succhiano la vita, le va benissimo così. Su Ravelry è sempre Veruska.

16 commenti

  • Ciao Veruska,
    ho sentito molte persone sostenere la tesi che dopo un anno decadono i diritti d’autore a meno che la designer non “registri” il modello…. questa cosa mi lascia molto perplessa anche perchè i miei modelli sono frutto della mia creatività e del mio lavoro e voglio che rimangano tali anche se le spiegazioni sono gratuite!
    Tu sai quanto “durano” i diritti d’autore? E come si fa a proteggere le proprie creazioni?

    Ti ringrazio anticipatamente, a presto
    Egle

    • Hai sentito molto male. Per la maglia, di solito le case editrici internazionali chiedono l’esclusiva di sfruttamento dei diritti d’autore per un anno (molte per sei mesi, anche), am i diritti in quanto tali restano del detentore legale per parecchie decine di anni, un numero che varia di paese in paese ma che di solito è mirato a coprire tutta la vita a dell’autore.

  • Ciao Egle,
    la gente ama divulgare le leggende urbane su internet, per questo è sempre meglio diffidare delle catene di Sant’Antonio. Ma tornando al nostro argomento principe. Allora, quando un modello è pubblicato su una rivista o un libro, nei paesi di lingua inglese è prassi comune cedere l’esclusiva dei diritti di pubblicazione per 3 o 6 o 12 mesi. Questo vuol dire che in quel periodo di tempo, solo quella rivista/libro può pubblicare il tuo modello e non puoi venderlo a terzi. Allo scadere dell’anno, i diritti di pubblicazione tornano e te e puoi riproporre il modello ad altri (anche se sono rarissimi i periodici che accettano di ripubblicare modelli) o metterlo in vedita sulla tua pagina web.
    Attenzione: i diritti di pubblicazione non sono i diritti d’autore, ossia tu cedi alla rivista la possibilità di pubblicare il modello, ma la proprietà intellettuale del modello è tua, cioè nessun altro, a parte te, può attribuirsi la paternità del modello (cioè dire “il modello l’ho fatto io”).
    Questo cambia solo se tu cedi non i diritti *di pubblicazione*, ma il *diritto d’autore* del modello all’editore. In tal caso, gli vendi la paternità del modello, di solito per sempre. Quindi, la storia di un anno deve essere nata da qualcuno che ha capito male come funzionano i contratti.
    Detto ciò, se tu hai creato un modello e hai le prove di averlo creato (nella notte dei tempi la gente si mandava la propria creazione intellettuale all’interno di una raccomandata che non apriva, in modo che facesse prova il timbro postale di quando era stata spedita, dunque creata l’opera), il modello resta tuo. Quindi, se lo pubblichi su una rivista, su internet, dove vuoi, e poi qualcuno/a arriva con un modello perfettamente uguale, scritto nello stesso modo, e dice che è suo, questa persona sta commettendo un illecito.

  • Ciao Veruska ottima discussione! Finalmente mi é chiara la questione dei diritti sui pattern. Ne propongo un’altra su questo tema: come funzionano i diritti sul prodotto finito presi da un pattern a pagamento? Spesso infatti le autrici dei pattern vietano anche la vendita dell’oggetto finito. Possono farlo?

  • Iolanda, per questo servirebbe un/a legale di diritto internazionale, perché la questione è un po’ dubbia. Diciamo che, nel dubbio, si rispetta la decisione del/la designer, però ho sentito varie opinioni in merito e al momento su questo argomento non ho ancora informazioni definitive.

  • Ciao Veruska,
    Ottimo articolo ….una domanda…ma qualora le designer non rispondessero alle nostre richieste ? Ovvero, ho contattato più volte ad alcune designer per chiedere se potevo fare la traduzione dei loro patter free…ma dopo tre mesi attendo ancora oggi una risposta…

    • C’è l’ovvio non luogo a procedere. Non vale il silenzio assenso quando si chiedono i diritti. Non posso certo fare una traduzione pirata di un romanzo di King perché non risponde alle mie letterine. Lo stesso vale per le designer.

    • Ma sai, dipende da tante cose: se scrivi alle star non saranno interessate, non avranno il tempo di rispondere, oppure avranno una segretaria (Ysolda è così famosa che ha i piccoli elfi di Babbo Natale che l’aiutano), che decide a cosa rispondere e cosa no. Poi sì, una letterina da copincollare con scritto “grazie ma no grazie” non si dovrebbe negare a nessuno, ma non è questione di professionalità, è una questione di cortesia e buona educazione, che sono cose diverse.
      Se scrivi a designer meno conosciute, possono essere successe tante cose, incluso il fatto che hanno abbandonato Ravelry, oppure, semplicemente, vanno su Ravelry ogni 6 mesi.

  • ciao Veruska,
    ottimo articolo che ha fatto chiarezza su una questione molto controversa nella blogsfera. E che fare con certe persone che se ne fregano di permessi e copyright e traducono e pubblicano tranquillamente pattern di altri senza autorizzazione?

    • L’unico consiglio ragionevole che ti si possa dare è di avvertire il designer della violazione del copyright, fornendo link alla pagina. Sarà poi questi a decidere se intervenire e come.

  • Ciao a tutte,
    Grazie per i chiarimenti, articolo molto utile.
    Avrei da sottoporvi un dubbio..
    Di recente in un negozio del milanese ho trovato in vendita le traduzioni di molti pattern a pagamento di designer che su raverly non hanno la traduzione in italiano , credete sia possibile farlo?

  • Salve Daniela,
    nel dubbio, ti direi di scrivere alle designer menzionando il negozio e, se l’ha, il suo sito web. Saranno loro poi a decidere come procedere, in caso di violazione di copyright, cioè se la traduzione è stata fatta senza il loro permesso.

  • Ho una domanda anche io, forse un po´OT.

    Ho aperto un negozietto Etsy con capi fatti a maglia da me, i pattern sono improvvisati da me, ma sono talmente semplici che di sicuro on-line ne esisteranno altri se non uguali similissimi.

    La mia idea era di scrivere il pattern e rilasciarlo gratuoitamente su Ravelry (ed a chi acquista i miei capi, share the love come dicono le americane!), proprio per semplice Copyright. Primo mi chiedo se abbia un senso, secondo non vorrei essere anche io accusata di plagio, in caso ci fossero modelli simili.

    Grazie per qualunque consiglio!

    • Ciao Paola,
      parto con un esempio pratico: ci sono bezillioni di modelli di cappellini a maglia rasata con il bordo a coste 2×2, lavorati a partire dal bordo. Ora, per quanto possa cambiare il numero di maglie da avviare a seconda della taglia del cappellino e della grossezza del filato, o l’altezza del bordo a coste, o il tipo di coste, o le diminuzioni usate per la corona, stiamo sempre là, sono banalissimi cappellini a maglia rasata col bordo a coste. Perché questo? Perché nessuno detiene il copyright dell’idea platonica del cappellino a coste, quindi tutte le persone possono scrivere le istruzioni per farne uno. La cosa importante è che sia tu a scrivere le istruzioni, che saranno indubbiamente simili ad altre, ma l’importante è che tu non le copi. Quindi, vai tranquilla e scrivi i tuoi modelli, poi ricordati di cercare delle tester per verificare la correttezza delle istruzioni e di copiare, quella sì, la struttura tradizionale secondo cui un modello è presentato (titolo, nome autrice e copyright eccetera), che puoi trovare su qualsivoglia buona rivista di maglia o uncinetto. Esistono modelli di accessori o capi che sono molto originali per lavorazione, stile, tecniche usate, e in quel caso, se tu pubblichi un modello molto simile, potrebbero sorgere dei problemi.

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