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Dizionari dei punti: perché sì

Foto da Blueprint Crochet di Robyn Chachula
Scritto da Veruska

Per questo, tenere a portata di mano uno o più dizionari dei punti, meglio se sia con spiegazioni scritte che con schemi, è sempre utile.

Foto da Blueprint Crochet di Robyn Chachula

Foto da Blueprint Crochet di Robyn Chachula, edito da Interweave Press

Partiamo da un presupposto: a molte persone piace seguire passo passo modelli già disegnati, quindi acquisteranno e scaricheranno principalmente modelli. Alcuni modelli a pagamento, in realtà, però, soprattutto di sciarpe e colli, non fanno altri che riportare punti tradizionali presenti in molti dizionari dei punti. Comprare questo genere di modelli è, quindi, un po’ come comprare un modello di collo a maglia legaccio.
Per questo, tenere a portata di mano uno o più dizionari dei punti, meglio se sia con spiegazioni scritte che con schemi, è sempre utile. Senza doverci improvvisare designer, cosa che richiede lavorare su multipli e sottomultipli dei vari punti, sommare e sottrarre e valutare se un punto è adatto o meno a sopportare il peso di un capo senza deformarsi e così via, quando vogliamo fare una sciarpa, scegliamo un bel punto da un dizionario e utilizziamolo.
Per fare dei guantini senza dita estremamente semplici, facciamo 2 rettangoli utilizzando un punto a piacere e aggiungendo 2 punti di margine per la cucitura.

Consultiamo pure Knit square di Do knit yourself, edito da De Agostini: presenta accessori e capi semplicissimi realizzati assemblando quadrati (che avremo realizzato con punti scelti dal vostro dizionario).
Suggerisco l’uso di dizionari dei punti che presentino sia istruzioni scritte con abbreviazioni standard che grafici, perché chi non ha molta familiarità con uno dei due tipi di istruzioni possa apprendere il linguaggio che non conosce. Senza contare che, qualora abbiamo un dubbio mentre seguiamo un tipo di istruzioni, possiamo chiarircelo consultandone l’altro tipo.
Familiarizzarci con il linguaggio dei simboli ci permetterà, inoltre, di eseguire con poca fatica modelli giapponesi o russi, che sono in larghissima parte spiegati con grafici e modelli in altre lingue che non conosciamo, purché accompagnati da simboli. In americano, ad esempio, posso consigliare la serie Blueprint Crochet, di Robyn Chachula. Molti dei suoi modelli hanno una vestibilità che io trovo discutibile e lavora un po’ troppo con le piastrelle (cosa che, appunto, non favorisce poi così tanto la vestibilità di un capo), ma per chi ama i granny square o sta bene con capi non sagomati e si trova bene coi simboli, le sue raccolte di modelli possono essere interessanti. La rivista russa “Mod” presenta modelli molto originali spiegati in larga parte con schemi grafici. Inoltre, propone una interpretazione a colori e molto interessante delle reti e dei motivi del pizzo irlandese. In italiano, sempre per chi ama le piastrelle, si trova, ad esempio, 500 moduli a uncinetto, edito da Il Castello.

L'autrice

Veruska

Veruska è una redattrice, una designer internazionale di modelli per uncinetto e una insegnante (talora di uncinetto, talora universitaria). I suoi lavori le succhiano la vita, le va benissimo così. Su Ravelry è sempre Veruska.

3 commenti

  • Una domanda: se io realizzo una sciarpa o un qualsiasi altro capo scegliendo un punto da un dizionario dei punti, nel momento in cui pubblico il progetto sulla mia pagina personale di Ravelry posso indicarlo come “personal pattern” o devo citare l’autore e la casa editrice del libro da cui ho preso il punto? Non vorrei incorrere in violazioni del copyright.

  • Ciao Spazzolino,
    la risposta è: dipende. In linea di massima, la maggior parte dei dizionari dei punti raccolgono punti che sono stati tramandati letteralmente da secoli, quindi possono essere utilizzati tranquillamente senza tema di violazioni di copyright. Diversa è la questione per quei dizionari dei punti che contengono punti e tecniche ideati da designer, come ad esempio Reversible Knitting di Lynne Barr. Di solito i due tipi di dizionari dei punti si distinguono facilmente l’uno dall’altro, dato che appunto i punti protetti da copyright sono “firmati” da questa o quella designer.

    • Nel caso di punti coperti da copyright, poi, puoi sempre pubblicare un capo ottenuto (citare la fonta del punto è cortesia in ogni caso), mentre se desideri creare un modello che lo sfrutta è meglio seponi la richiesta al designer del punto e concordi evenetualmente un compenso.

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