Oggi parliamo degli incontri di maglia e uncinetto che ormai, fortunatamente, sono diffusi in gran numero per tutta la nazione (isole comprese). Quelli, insomma, che vengono chiamati Stitch ‘n’ Bitch o, meno correttamente, Knit Cafe.
Lo scopo principale di questi incontri è favorire la socializzazione e, se capita, lo scambio di conoscenze, tra persone che condividono un interesse comune che ruota intorno, potremmo dire, al mondo dei filati.
Fin qui, sono cose risapute, come è risaputo che l’immaginario che circonda questi incontri vede gruppi di donne sempre felici e sorridenti unite da un legame di sorellanza che bevono tè attorno a una torta vegana fatta in casa.
Chiunque arriva è ben accolta con gioia e si va d’amore e d’accordo superando le differenze.
Poi c’è la realtà, ossia “perché sono andata all’incontro del gruppo di maglia e non mi sono sentita accettata“.
Premetto che, specialmente nei grandi centri, ci sono diversi gruppi. Questo non dipende esclusivamente dalla capienza del luogo di ritrovo, che magari non potrà contenere più di 5 o 6 persone, ad esempio, ma dipende dal carattere, dagli interessi e dalle necessità di chi partecipa allo Stitch ‘n’ Bitch.
Esistono dei gruppi chiusi, che non accettano le persone nuove e, in questo caso, c’è poco da fare. Certo, non dovrebbero farsi pubblicità, se non vogliono che altri partecipino ma, a parte questo, si può solo evitare di frequentarli.
Altre volte, però, la mancata integrazione non dipende dal gruppo, o dal singolo, ma semplicemente è dovuta a scarsa compatibilità: se il gruppo di maglia, uncinetto e affini, ad esempio, è composto da persone molto religiose, difficilmente vi accetterà se uno dei vostri argomenti di conversazione preferiti è la rivoluzione comunista e, viceversa, se il gruppo è costituito da persone interessate a discutere di sesso, droga e rock ‘n’ roll, non vorrà certo essere convertito a un gruppo dove si recita il rosario.
Uno Stitch ‘n’ Bitch di neomamme/neopapà avrà esigenze e orari completamente diversi da quello creato da persone senza figli o con figli ormai cresciuti.
I gruppi, insomma, si formeranno, quasi naturalmente, in base a interessi ed esigenze comuni che spesso esulano da uncinetto e affini; per questo, se non vi sentite benvolute/i, non insistete, cercando di imporvi a tutti i costi a persone che vi hanno fatto capire che non siete compatibili, rischiereste solamente di generare attriti e acredini che rovinerebbero l’esperienza a voi e alle altre persone.
Cercate altrove, troverete sicuramente delle persone che vi accetteranno e vi apprezzeranno e con esigenze e interessi simili ai vostri e, se così non fosse, valutate l’idea di fondare un vostro gruppo.
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