La stragrande maggioranza dei modelli di maglioni che si trovano sulle riviste italiane sono costruiti a pezzi, ma questo non è l’unico modo per costruire un maglione. Di questo ne abbiamo già parlato qui, vediamo ora un po’ più in dettaglio cosa distingue le due modalità di costruzione circolare: il bottom-up e il top-down.
Bottom-up significa che il capo è costruito a partire dai bordi inferiori del busto e delle maniche, si lavora quindi a salire, il lavoro è diviso in tre pezzi (il busto e le due maniche) che si lavorano separati fino allo sprone, quando vengono uniti in un unico lavoro. Per la maggior parte della lavorazione, quindi, il lavoro resta più leggero e comodo da portare in giro che con il top-down. Il metodo bottom-up permette di disporre con maggiore facilità i motivi decorativi, dato che si parte con la lavorazione dal punto più largo, e questo facilita anche la loro disposizione “elegante” rispetto alle diminuzioni. Il sistema più avanzato per la lavorazio e bottom-up è l’EPS inventato da Elizabeth Zimmermann; questo prevede che l’intera lavorazione sia basata sulla misura del giroseno (o del giropetto) convertita in numero di maglie da avviare (sulla base della tensione). le altre misure sono ricavate con una percentuale su questo totale, così le maglie da avviare per il bordo saranno il 90 o il 95% del totale, quelle da avviare per il polso saranno il 20 o il 25% del totale ecc. (una buona spiegazione dell’EPS si trova, in inglese, sul sito Knitpicks). Questo metodo richiede un minimo di pianificazione ma proprio questa pianificazione può dare origine a risultati molto interessanti.

Gnarled Oaks di Alana Dakos presenta una costruzione bottom-up (E lo si trova nel libro Coastal Knits)
Il metodo top-down prevede invece di partire con la lavrazione del collo, per proseguire con lo sprone, le maniche e infine il busto, questo crea una lavorazione che diventa rapidamente molto ingombrante e pesante. Il metodo, invnetato da Barbara G. Walker, prevede che la lavorazione sia totalmente priva di misure, la costruzione è totalmente empirica e basata sulle forme del ricevente. Questo è reso possibile dal fatto che un capo top-down può essere in qualsaisi momento provato addosso, ma significa anche che è molto più difficile distrubuire motivi e decorazioni, soprattutto se di grandi dimensioni, sul capo. Un vantaggio oggettivo è invece che lavorando prima le maniche e poi il busto è possibile sfruttare al meglio il filato che si ha a disposizione senza timore di restare senza a metà dell’ultima manica.
Entrambi i metodi, poi condividono alcuni vantaggi: niente cuciture sopra a tutti!
La comodità del top-down è che lo si può provare! Ma che fatica…alle prese con il mio 1° tentativo top down devo provarlo per vedere se è il momento di dividere le m tra dietro/davanti/maniche. Tolgo i ferri e collego al cavo con le m i raccordi, a questi collego un altro cavo per poter allargare le m, il primo aggancio avviene senza problemi, l’ultimo è un problema! Il cavo inizia ad attorcigliarsi come una biscia in preda alle convulsioni e a svitarsi dall’altra parte… In qualche modo ce l’ho fatta, ma credo di aver rovinato un cavo. La lunghezza è giusta, quindi affronto il fatidico 50° ferro che dice ” 61 d, mettere in sospeso 3 m su un 3° f, mettere in sospeso 3 m su un 4°f, lavorare insieme le 3 maglie del 1° (f destro), 3° e 4° f formando una piega verso sin; mettere in sospeso 3 m su un 3° f, mettere in sospeso 3 m su un 4° f, lavorare insieme le 3 m del 1° (f sinistro), 3° e 4° f formando una piega verso dx (avete formato così uno sfondopiega)”…il 1° f qual’è? le m del f dx non sono già lavorate? Cos’è lo sfondopiega?? Piega a dx, piega a sin….bho!!!! Rinuncio???
Per iniziare, non devi mai lasciare il capo sui cavi per provarlo. Anche se togli le punte e aggiungi prolunghe, la presenza del cavo falsa tutte le misure. Quando esegui la prova devi sempre dotarti di ago da lana senza punta e circa 2 m di filo compatto e liscio (l’ideale è un cotone). Con l’ago fai passare il filo nelle maglie fermandole, quindi sfili completamente il cavo e lasci solo il filo di scarto a tenere ferme le maglie. Solo a questo punto provi il cavo, tenuto su questa lifeline.
In secondo luogo, non consiglio a nessuno di lavorare un capo top-down senza avere mai studiato il libro di Barbara G. Walker “Knitting from the Top”. Solo dopo aver studiato questo libro ed aver eseguito due o tre volte le “ricette” di BGW sei pronta, se lo vuoi, a lavorare i modelli.
Per quanto riguarda le difficoltà che hai con il modello in quanto tale, dovresti contattare il designer tramite Ravelry e chiedere lì chiarimenti. Sicurament,e per come lo citi il modello non è chiarissimo. Prima di eseguirlo l’hai riletto per controllare che fosse tutto chiaro? Hai controllato i commenti degli altri utenti?