I tessuti sintetici sono tra i responsabili dell’inquinamento marino
Da recenti studi è emerso che tra tutte le microplastiche primarie (quelle che non si formano dalla decomposizione dei rifiuti) che finiscono in mare, il 35% è rappresentato dalle microfibre dei tessuti sintetici. Tra i tessuti sotto accusa ci sono l’acrilico (PC) e il poliestere (PL).
Queste microfibre finiscono in mare gli impianti di trattamento non riescono a bloccarle. Dopo la messa al bando delle microplastiche nei cosmetici, molti scienziati stanno effettuando ricerche per risolvere almeno in parte il problema delle microplastiche rilasciate dai tessuti sintetici in lavatrice. L’obiettivo è la produzione di tessuti sintetici senza rilascio di microfibre.

Un capo in acrilico è inquinante, non ci tiene caldi, è poco traspirante.
Il pronto moda ha registrato un’ enorme crescita, e il 60% di tutti gli indumenti a livello globale è realizzato in poliestere. Non è facile trovare capi in fibre naturali, ma credo sia importante leggere sempre l’etichetta del capo che stiamo per acquistare, e se è possibile, scegliere quello meno inquinante.
Qualche suggerimento per uno shopping non inquinante
Io guardo sempre le etichette quando acquisto un maglione o una camicetta, e voi? Ho notato che nelle grandi catene di abbigliamento, sono soprattutto le linee donna quelle realizzate in tessuti sintetici, mentre per i capi maschili è più facile trovare le camice in puro cotone e i pullover in lana. Ecco in breve cosa possiamo fare in attesa che vengano messe in commercio fibre sintetiche meno problematiche:
- Ridurre gli acquisti superflui
- Preferire le fibre naturali
- Effettuare lavaggi a basse temperature e a centrifuga ridotta