I filati “soffiati” sono una tipologia non comune da trovare nei cataloghi delle aziende, ma la diffusissima Drops ne produce e distribuisce di due grossezze diverse: Air e Cloud.
Un filato soffiato si ottiene sparando le fibre verso una retina centrale di materiale, solitamente sintetico, nella quale dette fibre restano incastrate. In questo modo, la parte sintetica del filato ne resta all’interno e non viene a contatto con la pelle, mentre le fibre all’esterno, non subendo alcun processo di torcitura, restano vaporose. L’anima sintetica dà sostegno al filato, riducendone il cedimento dovuto al peso. Allo stesso modo, nonostante la grossezza del prodotto, questo rimane più leggero, in quanto il volume è dato dalla vaporosità delle fibre. L’aspetto può ricordare quello di uno stoppino, nel caso di Cloud leggermente fiammato.
Air e Cloud si presentano in invitanti gomitoli vaporosi e soffici.
La composizione di entrambi è molto simile, sono composti per circa il 70% di alpaca, il 7% di lana e per il resto da poliammide.
La grossezza di Air ha indubbiamente più versatilità, coi suoi 130 metri per 50 grammi, a differenza di Cloud che è decisamente bulky e si presenta in gomitoli da 80 metri per 50 grammi. Tuttavia, nel campione finale di Air era visibile l’anima di poliammide, che rendeva esteticamente piuttosto sgradevole il risultato del lavoro, mentre la retina è completamente nascosta in Cloud, sul quale mi sono concentrata perché i campioni sono risultati decisamente belli, soffici, ariosi e caldi.
Cloud non si apre durante la lavorazione a maglia o all’uncinetto a patto che usiate strumenti non troppo appuntiti. Una volta lavorato, è difficile disfarlo, dal momento che le fibre tendono a intrecciarsi tra loro (e a liberarsi, parzialmente, sui vostri vestiti).
È leggermente elastico, tuttavia il risultato finale del lavoro non presenta elasticità, ma mantiene la vaporosità che è la caratteristica più desiderabile dei soffiati, insieme alla loro leggerezza.
Dopo il lavaggio, le dimensioni dei campioni sono aumentate in modo visibile e i punti si sono rilassati, quindi fate sempre il campione per poter comprendere quale sarà l’aspetto finale della lavorazione. Nel caso stiate preparando un campione per un capo, lasciatelo asciugare in verticale, con delle mollette appese al margine inferiore, in modo che il peso lo faccia allungare e vi permetta di avere una proiezione realistica del cedimento che avrà il vostro maglione (un consiglio simile viene offerto anche sul sito istituzionale di Drops).
I ferri consigliati per lavorare Cloud sono da 9 mm, io ho usato ferri da 6 e 6,5 mm per i 2 campioni a maglia e un uncinetto da 6,5 mm per i campioni all’uncinetto (e ritengo che per un risultato più compatto, si possa usare un uncinetto da 6 o 5,5 mm), direi quindi che le indicazioni in fascetta sono poco attendibili.
Cloud ha una gamma colori che amerei vedere ampliata, per quanto i colori più classici e richiesti (bianco, panna, grigio, marrone e nero) siano presenti.
A me è piaciuto, anche se mi pare dia risultati migliori con la maglia e, nell’uncinetto, con punti che permettono al filo di espandersi, come ad esempio il punto strega. Lo trovo adatto per chi ama i filati soffici, vaporosi e pelosi (e non ha paura dell’eventuale peluria sui soprabiti); per lavorare maglioni oversize che non pesino più di chi li porta e per accessori velocissimi da realizzare, come il cappello Capucine, il collo semplicissimo Chunky Color Block Cowl, il poncho disegnato da Emma Fassio o lo scialle Scaleno. I modelli creati da Drops per il filato di loro produzione si trovano a questo link (vi ricordiamo che per affrontare un modello Drops è bene essere esperte, dato che possono richiedere un certo grado di interpretazione delle istruzioni e una buona conoscenza delle tecniche della maglia).
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