È sempre stagione di cappellini all’uncinetto: d’inverno di lana, d’estate di cotone per proteggersi dal caldo.
Anita è un cappellino realizzato con due gomitoli della lana Nanna, di Lanecardate.
L’ho pensato col desiderio di variare un po’ la costruzione più comune dei cappellini all’uncinetto, che è quella top-down, con la quale si parte dal centro del cappellino e si eseguono una serie di aumenti fino a raggiungere la circonferenza desiderata. Trovate qui una spiegazione molto semplice per l’uncinetto e qui una ricetta universale per la maglia di Maria Modeo. Anita è costruito invece in due parti, ma senza cuciture (non sia mai!). La fascia è eseguita con una semplice variante della maglia bassa che la rende elastica (uno dei grandi lamenti che di solito riguardano l’uncinetto è che “non è elastico”. Questo vuol dire che chi parla non conosce davvero questa tecnica), ed è lavorata in righe di andata e ritorno. Dopodiché i punti vengono ripresi sul lato lungo e si inizia a lavorare in tondo dal basso verso l’alto, fino a diminuire per poter poi chiudere il cappellino e ornarlo con un ponpon (magari non nella variante da uomo, dato che pare i ponpon siano poco affini all’idea tradizionale di mascolinità).
Anita è disponibile in 3 taglie: Bambino (6-11 anni); donna; uomo, e nelle varianti slouch (floscio) e calotta.
Per eseguirlo, è necessario conoscere: catenella, maglia bassissima, maglia bassa in costa, mezza maglia alta, lavorazione in righe di andata e ritorno, lavorazione in tondo e diminuzioni.
Sul sito di Lanecardate trovate un elenco dei rivenditori del filato.
Anita costa 1,50 € ed è scaricabile da Ravelry (senza necessità di login).