Dopo le pallocche e dopo la retina, il “filato” moda della stagione è la fettuccia. Non si trova in giro spesso nei negozi di filati tradizionali, ma viene solitamente venduta in rocche da un kilo nelle mercerie, per essere trasformata in borse all’uncinetto. Le borse sono carine ma, come in tutti i filati moda, nella fettuccia acrilica trovo più contro che pro.
Le rocche, tinta unita o fantasia, sono accattivanti, promettono un lavoro divertente, facile e veloce, al termine del quale potremo sfoggiare una bella borsa nuova. Però il lavoro non è né facile né divertente: lavorare la fettuccia è faticoso e difficile, infatti solitamente si usa la presa a coltello per esercitare la forza richiesta a lavorare un materiale pesante e
che fa molto attrito. E pesanti sono anche le borse: all’apparenza sono leggiadre, ma avete mai provato a sollevarne una?
La moda della fettuccia (acrilica) nasce da un’idea di upcycling (riciclaggio creativo, potremmo chiamarlo): invece di riciclare le vecchie magliette come strofinacci per la polvere, queste vengono tagliate a strisce e trasformate in tarn (t-shirt yarn), ossia fettuccia di cotone (molto meno infiammabile, oltretutto). La fettuccia poi viene usata per borse, tappeti e altri oggetti per la casa.
Un paio di tutorial su come ottenere una fettuccia in materiali naturali, risparmiando e sentendoci anche più buone, li troviamo qui e qui. A quest’altro link, invece, è possibile scaricare un libretto in inglese che approfondisce l’argomento .
E se, alla fine, preferite comunque comprare la fettuccia, perché non avete t-shirt usate da riciclare o perché vi sentite pigre, se ne trova (di cotone) su Etsy.
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