Putin è una figura politicamente molto controversa, così come è controverso il suo animalismo: le moltissime foto in cui esalta il suo presunto machismo con pose da cacciatore e pescatore sono innumerevoli quasi quanto quelle che lo ritraggono che nuota coi delfini, gioca col suo cane, bacia cavalli, allatta cuccioli d’alce e stringe le pinne ai trichechi.
Salvaguardare l’ambiente e le specie protette (tra le quali non rientrano i nemici politici) è una delle sue priorità. Per questo, prendendo spunto dal principe Carlo, sponsor dell’albionica Campaign for Wool, Putin ha prestato la propria maschia immagine alla campagna “клубок тигровой шерсти” (approssimativamente traducibile con Gomitolo di tigre), che lo vede ambasciatore del nuovissimo filato di pelo di tigre che sarà lanciato proprio in questi giorni al fine di raccogliere fondi per supportare il ripopolamento di questi grossi felini a grave rischio di estinzione. E dato che del leader russo molto si può dire, ma non che sia sprovveduto, il denaro per finanziare la campagna sarà ottenuto tramite un’attività commerciale che creerà posti di lavoro e, allo stesso tempo, diffonderà l’eccellenza russa nel mondo.
Putin si rivolge a tutte le donne che lavorano a maglia e all’uncinetto, invitandole all’acquisto del pregiatissimo vello, i proventi della cui vendita saranno interamente devoluti, appunto, a salvaguardare le poche tigri rimaste (ce ne sono ormai meno di 4.000 esemplari sul pianeta, e molte sottospecie sono già estinte).
Il filato sarà disponibile in 3 diverse mischie: 100% tigre; 50% tigre e 50% cachemire; 25% tigre e 75% lana di merino russa, in 3 grossezze: lace, fingering e aran. Al momento ancora non conosciamo l’URL dell’e-shop che renderà possibile l’acquisto del prodotto anche al di fuori della Russia, siamo solo riuscite a ottenere una prima immagine, molto piccola, di un dettaglio del pelo raccolto (foto a destra).
Anche se quella di Putin potrà sembrare ai più disincantati, tra noi, una battaglia di retroguardia per una specie ormai praticamente cancellata dall’esistenza, riteniamo che il suo annoverarsi tra gli ultimi bastioni per la protezione di queste bellissime creature sia comunque lodevole e degno di supporto.
Ora, molte tra noi giustamente si chiederanno: come è possibile ottenere il vello di una tigre, se non uccidendola? Ebbene, pettinandola!! Il leader russo si è occupato personalmente di selezionare un primo batch di tigri che, sin da cucciole, sono state abituate al contatto con l’uomo, come potete vedere in foto.
I grossi felini vengono quindi spazzolati con delle carde che permettono di raccoglierne il sofficissimo e caldissimo sottopelo che viene poi filato. Per sincerarsi che gli animali non subiscano maltrattamenti (anche a seguito del problematico documentario cui Putin partecipò e che causò la morte di un esemplare adulto di tigre, danneggiando irrimediabilmente lo scopo del programma che avrebbe dovuto essere proprio quello di sensibilizzare la popolazione al problema dell’estinzione delle tigri), la riserva di tigri da filato è ospitata negli enormi giardini della sua magione privata e le operazioni di pettinatura vengono svolte sotto il suo occhio attento.
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