Ospitiamo una domanda di Valeria che chiede:
Pur ammettendo che può dipendere dal mio modo di lavorare, non capisco perché con certi fili, di cotone o di lana, divento pazza perché si dividono e mi tocca riprendere delle maglie perché ne ho preso solo la metà? Come si può sapere, a parte l’esperienza, che tale lana non è da comprare? È una questione di torsione del filo? A me non succede sempre, quindi penso che dipenda anche dal filato.
Esatto, il problema essenziale sta nel manico, cioè nel filo. I filati in lana non trattata antinfeltrente o superwash hanno la fibra che ha ancora tutte le scaglie naturali, questo significa che i vari filamenti che la compongono tendono a fare un leggero effetto velcro e a stare molto uniti tra loro. Quando la fibra subisce il trattamento antinfeltrente, queste squame vengono eliminate o chiuse artificialmente e quindi la fibra viene ricoperta di uno strato di materiale siliconico che la rende ulteriormente scivolosa e poco coesa, soprattutto se la fibra viene pettinata e non cardata prima della filatura. Le fibre vegetali o la seta, invece, non hanno queste squame di natura e quindi hanno di per sé una coesione inferiore.
Questo significa che queste fibre vegetali o trattate dovranno essere lavorate con particolare attenzione in sede di filatura. Una lana trattata può essere lavorata a un solo capo (stoppino) oppure, se lavorata a più capi (ritorta o cablè) deve avere una torsione piuttosto alta, che non la fà dividere ma crea il rischio che il filo diventi compatto e rigido anziché vaporoso, morbido e caldo. Il cotone è spesso filato cablè, cosa che gli conferisce anche una notevole resistenza, ma con le fibre vegetali il rischio di rendere il filato troppo duro è alto, per cui per esempio con il lino la scelta è quella di dargli una torsione molto bassa per evitare che diventi troppo rigido per essere lavorato agevolmente, cosa che lo lascia molto prono a dividersi (ma poi, quando è lavato, diventa morbidissimo). Per questo, spesso, le fibre vegetali vengono spesso lavorate a catenella, a nastrino o a fettuccia.
Per fare un esempio di filato, Merino Gold di Grignasco, che è una lana merino 100% trattata antinfeltrente, deve la sua qualità superiore a una lavorazione con torsione molto intensa che fa sì che non si divida facilmente ma che la mantiene molto morbida. Tuttavia si tratta di un equilibrio difficile da mantenere. Se non vuoi correre rischi che il filato si divida puoi anche considerare un buon filato in lana a stoppino o una lana non trattata come Kauni o come la shetland.
Un ultimo consiglio: se notate che il filato tende a separarsi molto, provate a lavorarlo dall’altro capo del gomitolo: non sempre, ma spesso questo aiuta!
Se hai dubbi e problemi relativi alla lavorazione a maglia o all’uncinetto, scrivi alla redazione e chiedi alle nostre esperte, cercheremo di pubblicare le risposte quanto prima possibile.
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