Spesso, cercando cappellini, noto che la conoscenza della tassonomia dei copricapo è piuttosto confusa. Per questo ho pensato di riportare una piccola nomenclatura ragionata dei vari tipi di cappello che più comunemente si eseguono a maglia e all’uncinetto.
Basco (beret): il tipico cappello che associamo allo stereotipo del pittore francese. Il diametro del basco è molto più ampio di quello della testa.
Calotta (beanie): il più semplice dei cappelli, all’uncinetto aumentiamo in tondo fino a raggiungere le dimensioni della corona e poi lavoriamo mantenendo lo stesso numero di punti.
Cappello da aviatore (aviator hat): è un cappello con paraorecchie e visiera ripiegata, foderato di pelliccia o vello di pecora.
Cappello floscio o a cencio (slouch): è un cappello molto alto, che viene portato spinto indietro sulla testa.
Chullo: copricapo tipico del sud America, molto alto e con paraorecchie, spesso lavorato a più colori.
Cloche: è una calotta con una piccola tesa, tipico della moda femminile degli anni ’20.
Cuffia portuale (watch cap): un’altra variazione della calotta, ma più lunga, con la tesa ripiegata.
Pamela: il cappello immortalato da Audrey Hepburn, ha una grossa tesa. Difficile da realizzare a maglia e all’uncinetto, se non inamidandola ferocemente.
Turbante (turban hat): ricordate Gloria Swanson ne Il viale del tramonto? Vale la pena farne uno solo per immaginarci, sempre e comunque, gloriose dive di un’era finita.
Sherlock Holmes (deerstalker): no, ok? No e basta.
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