Lo yak è un bovino tipico dell’Himalaya, un animale potente ma frugale, adatto a vivere a grandi altezze (infatti in italia lo alleva Reinhold Messner in Sudtirolo). Per le popolazioni rurali tibetane, lo yak è un animale con almeno quattro funzioni: è una bestia da latte, da carne, da lavoro e da lana. Il soffice e caldissimo sottovello dello yak, infatti, può essere pettinato e filato per creare un filo morbido, delicato e caldissimo.
Tibetan Cloud Fingering di Lotus Yarns, nonostante il nome, è un filato di peso Lace adatto alle lavorazioni traforate più delicate. Venduto in morbide matassine da 450 metri per 50 grammi. Lavorato con ferri da 3 mm, è stato bloccato senza spillarlo a una tensione di 24 m = 10 cm (messo in trazione arriverebbe facilmente a 22 m). La lavorazione si è dimostrata non particolarmente semplice a causa della leggera tendenza a separarsi dei due capi che compongono il filo. Consiglio comunque di lavorare Tibetan Cloud Fingering con ferri affilati e che fanno un certo attrito (per esempio in bambù). Il risultato è comunque una lavorazione aperta e ben definita, con punti particolarmente nitidi e ben modellati, anche grazie alla peluria scarsa sviluppata dal filato. Ottimo il drappeggio. La fibra, particolarmente fine e corta, tende con una certa facilità a formare pallini che si staccano facilmente dal lavoro.
Tibetan Cloud costa circa 17 euro. Una matassina è sufficiente per realizzare un piccolo scialle come Sweet Tantalate, mentre con tre matasse si può realizzare il cardigan Hitofude.
Scrivi un commento