Tecniche e Tutorial Tutorial

In quanti modi si costruisce un maglione?

Se consultate le riviste di maglia italiane potrebbe parere che i maglioni si facciano in una sola maniera: che il capo sia liscio a maglia rasata, a coste, con le trecce Aran, con motivi traforati o a jacquard, la costruzione segue sempre lo stesso schema di base: si lavorano dei pezzi che poi si cuciono assieme. Ma siamo sicuri che questo sia l’unico modo per costruire un maglione? Vediamo se ci sono alternative.

Ginny di Dröps Design, lavorato a pezzi e poi cucito
1. Il metodo classico a pezzi cuciti. Si lavorano separatamente davanti, dietro e maniche, si cuciono, si lavora il collo riprendendo le maglie dello scollo per eseguire il collo o lo si lavora separato e lo si cuce in posizione.
Vantaggi: il lavoro è più leggero da sorreggere, cosa non indifferente quando si lavora con i ferri dritti a tecnica English, del tutto indifferente se si lavora comunque col circolare (usandolo per lavorare i pezzi piatti, non in tondo); chi preferisce può lavorare le due maniche assieme.
Svantaggi: risulta impossibile provare il capo prima di averlo finito e cucito, lavorare i pezzi separati può essere tedioso, cucirli tra loro non ne parliamo. È facile che i pezzi non quaglino bene tra loro o che, se si usano dei motivi a colori o di altro tipo, rimangano degli scalini o delle irregolarità alle cuciture (per esempio all’accatura delle maniche del modello Ginny  di Dröps Design qui in foto).

Modello di Pierrot lavorato con tecnica dolmann
2. Il dolman. Molto di moda negli anni Settanta, costituisce nel lavorare il capo in un solo pezzo da dietro a davanti: le maniche sono lavorate trasversalmente sulla base di maglie avviate a nuovo alla fine del ferro, il collo è aperto intrecciando e quindi avviando a nuovo delle maglie; il lavoro finisce con il davanti e non resta che cucire fianchi e sottomanica.
Vantaggi: non molti, a parte le cuciture ridotte. Le maniche lavorate per la lunga permettono comunque l’uso di texture insolite (per esempio le coste longitudinali sulle maniche del maglioncino Pierrot in foto) e di lavorazioni particolari.
Svantaggi:  soprattutto nel caso si usino ferri dritti, verso la fine del lavoro il peso da sorreggere è notevolissimo, inoltre questo tipo di costruzione rende piuttosto difficile sagomare il capo, che risulterà quindi a sacchetto e con una manica leggermente sgraziata.

Giacca a trecce trasversali ©Lana Gatto
3. La lavorazione da polso a polso. Simile concettualmente al dolman, procede tuttavia in una direzione diversa: si parte da un polsino, si lavora la manica, si montano maglie extra per davanti e dietro che poi si intrecciano prima di lavorare l’altra manica.
Vantaggi e svantaggi: sono essenzialmente gli stessi del dolman, solo che le lavorazioni e le texture particolari saranno sul busto anziché sulle maniche (basti vedere le trecce orizzontali di questa giacca di Lana Gatto così popolare qualche anno fa e pubblicata originariamente su Magia della Lana  2008-2009).

Odin ©Ragnheiður Eiríksdóttir
4. Seamless bottom-up. In questo caso il capo è lavorato completamente senza cuciture a partire dai bordi e a risalire verso il collo. È la tecnica con cui sono lavorati un gran numero di maglioni tradizionali come i guernsey, i fair-isle, i maglioni norvegesi, bohus o islandesi (come l’Odin qui accanto). Occorrono ferri circolari e gioco a due punte. La lavorazione di motivi a più colori con la tecnica stranding è resa più facile dal fatto che si lavora sempre sul davanti, inoltre non si corre il rischio di vedere scalini o altre irregolarità alla spalla o lungo i fianchi. Esistono tecniche specifiche per creare qualsiasi tipo di spalla, giromanica e scollo.
Vantaggi: una volta apprese le teniche di base, studiando il metodo EPS inventato da Elizabeth Zimmermann diventa possibile creare i propri capi senza seguire alcun modello. Non ci sono cuciture da fare alla fine, una volta terminato il lavoro è sufficiente nascondere le code e il capo è finito. Il peso pur notevole del lavoro può essere agevolmente sostenuto in grembo. L’assenza di cuciture rende i capi particolarmente confortevoli, soprattutto per i più piccoli.
Svantaggi:praticamente nessuno, tuttavia l’assenza di cuciture che danno sostegno al capo sconsigliano di usare questa costruzione con filati particolarmente pesanti o lisci.

Tomboy di Elena Nodel ©Classic Elite
5. Seamless top-down. Molto simile al bottom-up, in questo caso però si lavora partendo dalla scollatura o dalle spalle a scendere verso i bordi. Anche in questo caso, le giuste tecniche permettono di ottenere qualsiasi tipo di scollatura e giromanica esistente (il cardigan per bambina qui accanto, Tomboy, ha una bella manichina a giro).
Vantaggi: gli stessi del precedente bottom-up più un paio. La metodica top-down permette di modulare con estrema precisione le quantità di filato, se abbiamo poco filato possiamo lavorare prima lo sprone, quindi le maniche e tenere quanto avanza per il busto, che risulterà così con vita più o meno alta. Inoltre, questa metodica permette di provare il capo mano a mano che lo si lavora, dando così la possibilità di raffinarne la vestibilità sulle proprie forme esatte.
Svantaggi: anche qui praticamente nessuno, tuttavia (ancora più che nel caso precedente) l’assenza di cuciture che danno sostegno al capo assieme all’uso degli aumenti sulle spalle che ne riducono ulteriormente la tenuta sconsigliano di usare questa costruzione con filati pesanti o lisci

Notizie sull'autore

Alice Twain

Lavoro a maglia da diversi anni, tengo corsi di livello avanzato e su tecniche peculiari, disegno modelli, sono tra le fondatrici del gruppo stitch and bitch Milano (ci trovate su Blogspot). Ho scritto il manuale minimo di maglia "Ai ferri corti", il mio blog personale è Ferricorti.

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