
La bandiera dei Ravelenic games 2012
Ci siamo quasi, tra poche settimane inizieranno le Olimpiadi di Londra e non poche knitter e crocheter si preparano ad assistere alle gare con i “ferri del mestiere” in mano. In fondo, assistere a un evento sportivo (soprattutto in telvisione) può essere il momento più adatto a portare avanti un lavoro ai ferri o all’uncinetto e da anni in America baseball e lavoro a maglia sono uniti nello Stitch and Pitch.

Il cappello ufficiale del Team Michigan per le ravelympics 2010. Cliccando sulla foto sarai portata alla pagina del modello.
Prima delle Olimpiadi Invernali di Torino del 2006 Yarn Harlot propose delle Olimpiadi della maglia, un evento spontaneo, non ufficiale e del tutto non competitivo in cui ogni knitter si sarebbe cimentata con un progetto ritenuto difficoltoso (per il suo livello di competenza ed esperienza) da iniziare non prima dell’accensione della fiamma e da completare non oltre il suo spegnimento. A questa prima edizione parteciparono centinaia di “atleti” (pure io!) con tanto di medaglia disegnata da Franklin Habit per i vincitori. Da allora la formula si è un po’ modificata, le Knitting Olympics sono diventate prima Ravelympics e ora Ravelenic games, che fanno base su Ravelry appunto, ma il principio è rimasto lo stesso: una gara non competitiva in cui mettersi alla prova con un progetto ambizioso per la propria esperienza.
La partecipazione avviene per team divisi per affinità (quindi non team nazionali) e le gare possono essere su varie “specialità”. Chi desidera partecipare può ancor aunirsi a un team e prepararsi ad avviare il proprio lavoro. Le regole, purtroppo, sono però diventate molto complesse e onestamente un po’ bizantine, ma partecipare ai Ravelenic games resta un ottimo modo di “condire” le Olimpiadi (sia per chi le ama, sia pure dal divano di casa, che per chi le odia ma è costretta a segurle contro la propria volontà) e conoscere persone nuove.