Dal Giappone arriva anche Kinki Amibari, un nuovo (soprattutto per l’Italia) marchio giapponese che propone ferri e uncinetti in bambù di un’eccezionale qualità. Abbiamo avuto modo di provare gli uni e gli altri e siamo rimaste meravigliate.
I ferri circolari componibili hanno punte in bambù chiaro leggerissime, eccezionalmente lisce e ben rifinite, con i dati dell’ago chiaramente stampati sul fusto. I connettori sono in ottone, in un colore che ben armonizza con quello delle punte e sono robusti e stabili. Pur avendoli fissati senza fare uso di alcun tipo di attrezzo per stringere la vite non hanno avuto problemi di svitamento, anche grazie ai cavi in nylon leggeri, flessibilissimi e su cui le punte ruotano liberamente senza alcun tipo di inciampo. I ferri sono ben sagomati, conici con la punta leggermente arrotondata (quanto basta per non spaccare il filo durante la lavorazione senza per questo impedire l’agile esecuzione delle diminuzioni). Notevole il fatto che i kit Kinki Amibari partano da misure davvero minuscole: nella maggior parte dei casi i kit di ferri componibili partono dalle punte 2,75 o 3 mm per motivi tecnici; Kinki Amibari ha scelto di produrre una serie di punte con vite a passo ridotto, cosa che permette a questo kit di partire da un calibro minimo di 2,25 mm (le punte supersottili sono anche disponibili in kit a sé stante).
Gli uncinetti tunisini flessibili Kinki Amibari, ottenibili avvitando l’uncinetto su un cavo del kit e terminandolo con una sferetta in legno, sono chiaramente inline; la testa e l’uncino sono molto appuntiti. Al primo impatto, l’uncinetto risulta piacevolmente caldo al tatto ma scorre con una leggera difficoltà. Per questo è stato passato tra i capelli, trasferendo un po’ di sebo, per renderlo più scorrevole. Quello che distingue questo uncinetto tunisino da molti altri con cavetto flessibile è lo stopper esteticamente più gradevole ma soprattutto meno ingombrante dei grossi tappi di Knit Pro e Denise e, allo stesso tempo, appena più pesante. Questo fa sì che il cavetto non rimbalzi fastidiosamente da tutte le parti ma che penda comunque verso il basso.
La valutazione positiva rispetto alle caratteristiche qualitative del prodotto può essere mitigata da alcune altre considerazioni. Il primo è il prezzo: il kit completo di ferri Kinki Amibari (composto da un’elegantissima confezione in cui sono conteute punte, cavetti e accessori) ha un prezzo superiore ai 150 euro: una cifra complessivamente giustificabile dalla qualità ma comunque molto alta che non mette sicuramente i KA tra le prime scelte per quanto riguarda l’utente medio. Una seconda considerazione riguarda la complessità delle opzioni. Le punte prevedono tre diverse lunghezze e tre diversi passi delle viti, con cavi di lunghezza differenziata per i vari passi delle viti. Un sistema giustificato da molti punti di vista ma che comunque rende il kit complesso. Ultima considerazione riguarda la forma del connettore, caratterizzato da un piano inclinato dai margini smussati per favorire il passaggio dei punti dal cavo all’uncinetto o al ferro. Tuttavia, se avete una mano stretta, come nel nostro caso, potreste avere delle difficoltà a far passare i punti dal cavetto all’uncinetto o al ferro.
La valutazione complessiva di Kinki Amibari resta comunque positiva, soprattutto in un momento in cui la qualità dei prodotti Knit Pro sta purtroppo rotolando a valle. I kit sono di altissima qualità e adatti soprattutto strumenti quanto più naturali possibile e con un aspetto estremamente piacevole. In particolare i tunisini sono una valida alternativa con cavetto più sottile e flessibile ai bruttarelli (ma comunque inossidabili) Denise.
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