In queste settimane mi sto veramente appassionando ai filati in cammello, una fibra poco usata ma veramente poliedrica e deliziosa. Mentre il Camel di Lanecardate HandKnitting ha una mano estremamente densa, quasi pastosa e il Cammello di Gomitoli’s è un bottonato molto maschile, questo Chameau della francese Filature du Valgaudemar svela un nuovo aspetto di questa fibra, che diventa rustica e leggerissima.
La specialità della Filature du Valgaudemar sono i filati che ancora includono almeno in parte il pelo di guardia, cioè (in francese) i filati non éjarrés. Il vello animale, infatti, ha due tipi diversi di pelo: il pelo di guardia, più lungo, duro e liscio, che rimane in tutte le stagioni e che protegge l’animale dalla pioggia e dal sole, e il sottovello, soffice e fine che si sviluppa soprattutto d’inverno per poi mutare d’estate e che serve a tenere l’animale caldo in inverno. Normalmente, solo il sottovello viene utilizzato per fare i filati; fanno eccezione alcuni filati particolari come la lopi islandese e i prodotti di questa piccola ma affascinante filatura francese. Il risultato è un filato “croccante”, rustico alla mano, non fatto per essere indossato sulla pelle nuda, ma leggero e piacevolmente caldo.
Chameau è un filato di peso sport che la fascetta richiede di lavorare con un ferro 3,5 ma che secondo me regge tranquillamente anche un ferro 3. Lavorato con il ferro chiamato in fascetta (il 3,5 appunto) ha prodotto un campione da 22 m e 30 f = 10 cm, una tensione ottimale per produrre sia accessori che capospalla leggeri. La presenza del pelo di guardia dà un volume notevole al filato, evidente sia nella pienezza del gomitolo che nel metraggio, davvero interessante a 166 m per 50 g. La scarsa elasticità del cammello è ulteriormente depressa dalla presenza di pelo di guardia, producendo coste e trecce non elastiche e poco rilevate, ma comunque di bell’aspetto grazie alla definizione delle maglie che rende questo filato perfetto nella lavorazione traforata (che consigliamo soprattutto eseguita con un ferro un po’ più grosso).
Lavorando Chameau si può notare come il filato tenda leggermente ad “attaccare”, cioè a fare una sorta di effetto velcro. Questo mi ha fatto immediatamente pensare che possa trattarsi di un filato ottimo anche per le lavorazioni stranded per tutti coloro che sono allergici alla lanolina e che quindi non possono usare la lana Shetland (questo anche grazie a una cartella colori non enorme ma comunque ben assortita). Questa impressione è confermata dal modo in cui il campione, lavato semplicemente con sapone di Marsiglia, ha iniziato a perdere la sua rusticità ed è diventato molto più morbido compattandosi al contempo. La consistenza particolare di Chameau inoltre gli impedisce di creare pallini anche se strofinato con una certa insistenza.
Ringraziamo Les Tricoteurs Volants per aver donato il filato per questa recesione.
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