Ospitiamo nuovamente con piacere la recensione di Hempwol di Donna Galletta, che già ha collaborato con noi in altre occasioni.
Hempwol è una lana “made in Italy” anche se il marchio è “made in USA”. I colori nella gamma Hempwol sono bellissimi, leggermente sfumati, quasi tweed. Io ho scelto una combinazione molto “vintage” – Tuscan Sun e Sicilian Olive – “the best of two worlds”! Questo filato, un misto lana 65% / canapa 35%, è un worsted weight con 230 m per 100 gr di filato che si lavora con un ferro di numero medio/piccolo – sull’etichetta suggeriscono un 4.5 mm ma io ho usato un 4 mm per il mio campione, e addirittura un 3.5mm per i calzettoni di EZ. La tensione (gauge) del mio campione è di 20 maglie x 24 ferri (2.5 cm x 2.5 cm), esattamente quella indicata sull’etichetta, ma con un ferro di numero inferiore.
Lavorato, questo filato è già molto morbido. Ma una volta lavato il campione si è ammorbidito ancora di più. Si forma una leggera peluria e quindi la maglia, in particolare per le lavorazioni a treccia, non è molto definita. Il punto Fair Isle riesce molto bene, e con i colori scelti mi ha dato il look “vintage” che volevo per i miei calzettoni. Per testare la resistenza ho provato a rompere il filo manualmente. Avrei potuto riuscire, ma il filo era molto forte e quando cominciava a “bruciare” contro le dita ho smesso di tirare. Sicuramente un filato misto lana/nylon (come è solitamente la lana da calzino) darebbe una soletta e un tallone un po’ più resistenti, ma senza tutte le qualità che un filato naturale può offrire. Il prezzo (Euro 10,95, Iva inclusa) potrebbe sembrare un po’ alto, poiché si possono comprare dei signori filati worsted a prezzi minori. Ma la particolarità del filato, il reso nel lavoro (70g per un paio di garter sole slippers), e la bellezza dei colori valgono la spesa!
Ero molto curiosa di provare questo filato, e quando Lulù di Unfilodi… mi ha invitata per fare ancora un workshop basato sulle tecniche di Elizabeth Zimmermann, ho subito colto l’opportunità di scegliere l’Hempwol per uno dei progetti – un paio di “slipper sock” (calzettoni da casa) tratto dal libro Knit One, Knit All. Quello che non sapevo era che è un filato indicato per le calze e, a dire il vero, per ogni altro tipo di indumento. Conosciamo le caratteristiche della lana: igroscopicità (fino al 30%), ne fa la fibra con la maggiore capacità di assorbire umidità, che poi verrà espulsa in condizioni ambientali più asciutte favorendo la traspirazione; idrorepellenza ai liquidi; coibenza, cioè capacità di isolamento termico (in quanto trattiene più aria fra gli interstizi delle fibre, perché fra l’altro è naturalmente ondulata); vitalità e nervo, cioè la tendenza a tornare nella forma iniziale; basso indice di infiammabilità (la fiamma non si propaga, si spegne facilmente, e la lana non si scioglie); ingualcibilità; eccetera. Il tasso di ripresa (percentuale media, ufficialmente ammesso, di acqua assorbita) è fissato al 18,25% nel caso di lana pettinata mentre è solo del 17% se lavata. Alla lana si può dare un trattamento chiamato Zirpro che la rende completamente refrattaria al fuoco.
Ma molte di noi sanno poco della canapa! è una fibra poco elastica e piuttosto rigida (perciò i tessuti di canapa si sgualciscono facilmente), di aspetto ruvido; il filo di canapa, grazie alla sua particolare struttura molecolare, è caldo d’inverno e fresco d’estate; assorbe l’umidità (igroscopicità: 30% – tasso di ripresa ufficiale: 12%) quasi quanto il lino (igroscopicità: 20% – tasso di ripresa ufficiale: 12%), ma resiste agli strappi tre volte tanto; effettua un micro – massaggio sulla pelle; protegge fino al 95% dai raggi UVA nocivi per la pelle.
Quando sono mescolati l’uno con l’altro, il risultato è un filato morbido ma resistente, caldo d’inverno, idrorepellente, assorbente ma che favorisce la traspirazione e molto di più.
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