Julia è uno dei filati della nuova collezione di Borgo de’ Pazzi.
Dalla composizione eclettica, 38% lana, 32% bambù, 15% acrilico, 5% alpaca, 5% lino, 5% fibra metallizzata, è disponibile in matasse da 100 gr/140 m.
La fascetta consiglia l’uso di uncinetti che vanno dai 5,5 ai 6,5 mm. Io ho usato un uncinetto da 5 mm, quindi trovo esagerata l’indicazione in fascetta, dato anche che, dopo il lavaggio, Julia si rilassa (quindi eccovi la raccomandazione di rito: fate il campione e lavatelo).
La matassa, soffice e corposa, si svolge con grande facilità. Il filato è piacevole al tatto e non si attorciglia durante la lavorazione.
I campioni
Nel campione la vedete lavorata a maglia alta, maglia bassa e a punto peruviano (foto di apertura) con un uncinetto più piccolo di quello che sarebbe necessario per avere un risultato più arioso, ma perfetto per avere un progetto comunque caldo ma non compatto.
Con tutti questi punti, Julia dà un risultato molto soddisfacente. Inoltre, punti come le noccioline risultano corposi e in rilievo.
Riguardo all’usura, si è dimostrato resistente alla “prova pirillo” (lo sfregamento forte e ripetuto di due parti del campione l’una contro l’altra per constatare o meno la nascita di pelucchi e pallini).
Per quali progetti è adatto?
Trovo Julia un filato estremamente versatile per grossezza, facilità di lavorazione e risultati. Il bambù gli dà lucentezza e la lana corpo.
Può essere utilizzato sia per capispalla semplici o lavorati, che per accessori come cappellini, sciarpe, colli e scialli e borse (non guanti, è decisamente troppo grosso). Può essere usato anche per l’arredamento: per cuscini o coperte da divano o, per le più ambiziose, da letto.
Il contro
Unico lato negativo: la fibra metallica non è un filo unico, ma sono segmenti di circa 7 cm che sono avvolti attorno al filato e che, quindi, tendono a cadere quando lo si lavora. Una volta fatti i punti, i fili rimangono imprigionati e non si sfilano dal progetto ma, allo stesso tempo, ne sporgono per pochi millimetri o alcuni centimetri. Questo dà al progetto un aspetto molto natalizio, purtroppo nel senso cattivo del termine, nel senso che può sembrare che siamo state attaccate da una decorazione mannara.
Personalmente, non trovo la cosa fastidiosa, adorando tutto ciò che luccica, ma ritengo che il filo metallico, utilizzato in questo modo, impoverisca la resa estetica di un filato che, ripeto, trovo estremamente versatile e valido (insomma, è il mio fidanzato per l’autunno-inverno 2020/21).
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