La notizia si è persa nell’orgasmo delle notizie sulla Covid, ma è ottima e deve essere messa in evidenza. A partire dalla fine del 2019 la Nuova Zelanda ha ufficialmente proibito il mulesing!
Il mulesing, ricordiamolo, è la pratica di mutilare la pecora merino delle pliche epiteliali dell’area attorno all’ano e di mozzarle la coda o scorticarne la coda. Questa pratica venne inventata negli anni Quaranta per prevenire il flystrike, l’infestazione da large di mosca che danneggiava gli animali e la loro lana. La pecora merino, infatti, ha una pelle con ampie pieghe che le permettono di produrre una quantità superiore di lana, ma che trattengono residui vari (sudore, lanolina, feci). Gli insetti nocivi, particolarmente nelle zone del Pacifico, depongono le uova presso le pieghe dell’area perianale, dove le large si sviluppano infestando gli animali.
Negli ultimi anni, questa pratica era ancora presente soprattutto in Australia e Nuova Zelanda, più sporadicamente in Sudafrica (altro paese produttore di lana merino). Ma alla fine del 2019 il governo di Jacinda Arden e il parlamento neozelandese hanno compiuto un passo definitivo per l’abolizione del mulesing e la sua messa fuori legge. A partire dall’entrata in vigore di questa legge, chiunque mutili chirurgicamente, anche se con le dovute cautele (quindi in ambiente sterile, a opera di un chirurgo veterinario e con le dovute profilassi e trattamenti antidolorifici) le pecore sarà passibile di denuncia penale e di una multa che va dai 5.000 ai 25.000 dollari neozelandesi.
E l’Australia che fa?
Mentre la Nuova Zelanda proibisce la pratica, l’Australia si trova in difficoltà. Il clima culturale favorisce sempre più le produzioni a basso impatto ma anche rispettose dei diritti degli animali. Ma in Australia il mulesing non può essere proibito perché i provvedimenti relativi al benessere animale non sono competenza del governo federale. Le alternative non cruente al mulesing sono sempre più popolari, e una nuova tecnica crioterapica promette effetti ottimi con scarse conseguenze sugli animali. Si tratta in pratica di applicare la stessa tecnica usata per combattere le verruche alle pecore. Con un trattamento fastidioso ma non doloroso e senza rischi di infezione e morte è possibile eliminare le pieghe che tendono a infestarsi. Ma senza un supporto legislativo potrà questa pratica affermarsi? E le pecore trattate con questa nuova terapia potranno dirsi esenti da mulesing?
Restiamo in attesa anche di questi sviluppi. Per ora ci basta l’ottima notizia arrivata dalla Nuova Zelanda
Scrivi un commento