Ci è già capitato di parlare del gruppo Facebook (e presto, finalmente, portale) Magliuomini e del suo fondatore, Paolo Dalle Piane, designer di capi e accessori a maglia e operatore nel settore dell’aguglieria. Lo spazio che le edizioni vicentina e romana di Abilmente hanno dedicato ai Magliuomini (e i loro fratelli crochetmen) è stato preso d’assalto da visitatrici, visitatori e media. Mentre Paolo sta ancora digerendo il successo, abbiamo pensato di intervistarlo pure noi (prima che diventi una star e inizi a snobbarci). L’intervista è lunga, Paolo è stato generoso con il suo tempo, e vi consigliamo di leggerla tutta per capire al meglio lo sferruzzante indomito.
Partiamo dall’inizio: quando e perché hai aperto il gruppo Magliuomini e quanti iscritti conta, al momento?
Ora ti racconto tutta la storia perbenino dall’inizio, esattamente come andò la vicenda!
Tutto ebbe inizio nel lontano (perchè il tempo passa in fretta, si sa!) gennaio del 2012.
A quell’epoca io già sferruzzavo da una vita, solo e reietto a casa mia. Non conoscevo nessuno, ma proprio nessuno, uomo o donna che fosse, con cui fare la maglia.
Poi mi dissi “ma scusa… C’hai Internet! iscriviti a Facebook e fatti un blog, fesso! magari cononoscerai qualcuno con cui unire la tua maglitudine!”.
E così feci.
A febbraio strinsi amicizia con Susanna Miscali, determinata donna ungherese addolcita da una vita passata in toscana. Susanna ebbe la geniale idea di fondare un Knit Point Prato, cioè il luogo di ritrovo che io avevo sempre desiderato, ed ebbe la (sciagurata) idea di invitarmi a partecipare, tutta tronfia del fatto che un uomo (ancora i Magliuomini non esistevano) facesse parte della congrega.
Al primo incontro ebbi subito il mio colpo di fulmine magliuomesco. Nel gruppo era presente una leggiadra crochettatrice d’orgini fiorentine e… Sai quel “click” che succede quando si incontra l’anima gemella? Ecco, così! Capii subito che lei era la mia metà tessile. Non mi chiedere come, ma la follia che brillava nei suoi occhi mi disse “vai! facci amicizia!” E fu così che conobbi Caterina (Kate) Alinari. Presto, avremmo capito quali disastri avremmo fatto insieme.
Un giorno di fine maggio durante uno dei nostri Knit Point nel giardino di Kate, allestito per l’occasione con tranci di torte e infusi vari, mentre eravamo a sferruzzare tutti assieme io rifletto ad alta voce: “Ma… Scusate eh? vabbè che la Kate mi dice sempre che io sono un fenomeno da baraccone… ma possibile che non esista un altro uomo che faccia la maglia in Italia e che sia un comune mortale come me e non un Giuliano Marelli?? io non ne conosco nessuno!! Ma gli uomini che fanno la maglia, dove sono? solo all’estero?”
Silenzio.
Susanna mi fa: “Be’… Apri un gruppo su Facebook, no? Così se ci sono lo scopri!”
E io “Cosa? maddai! Dici? Vabbè… Tanto al limite restera vuoto. Ma… come lo chiamo? dai, aiutatemi a trovare un nome su!”.
Kate si volta e mi dice: “Facile. Ma gli uomini… Ma-gli-uomini… Magliuomini! Uomini che fanno la maglia!”
E così tutto ebbe inizio!
Io e Kate aprimmo il gruppo di lì a poco, il 3 giugno 2012. Perchè io non conoscevo niente di Facebook, chiesi a Kate di assistermi poichè sembrava che lei ne sapesse molto più di me. Sembrava….
Incoscientemente e quasi digiuni dei social, schiaffamo dentro al gruppo tutti gli amici personali che avevamo senza rendercene conto! Dapprima restarono tutti un po’ spaesati (un po’ come quando stai camminando e qualcuno ti aggancia per una manica!), poi piacevolemente sorpresi da questa “novità”.
Insomma, non si sa come, non si sa perchè, ora il gruppo conta più di 2700 iscritti. Ma stavolta tutti volontari!
Siete stati ospiti speciali alle due edizioni di Abilmente, la vicentina e la romana, e possiamo dire che siete stati al centro di moltissime attenzioni, mediatiche (servizi sul TG2, articoli ANSA, Adnkronos, TG 5) e da parte dei visitatori. Questo successo, escludendo l’evidente perizia tecnica degli insegnanti e degli espositori del gruppo, non vi sembra sia anche dovuto all’effetto “guarda mamma! Un uomo che fa la maglia?”. Insomma, non vi sembra che sia in parte dovuto al fatto che vi approccino come le bestie al circo?
Eccerto!
Ora… Non proprio come “bestie al circo” ma certamente, almeno in Italia, fa ancora un po’ strano che un uomo faccia la maglia o l’uncinetto o il tombolo o ricami e via dicendo.
In particolare, in un contesto come Abilmente, i visitatori si aspettano di trovare solo donne. È dovuto al concetto di “lavori femminili”, che oltre ad essere sessita è pure parecchio stantio.
Adesso dovrei parlarti di quanti uomini hanno fatto la storia della maglia e quanti hanno dato da mangiare alle loro famiglie sferruzzando, corchettando o tessendo. O dovrei parlarti dei pescatori che per secoli hanno intrecciato le loro reti da soli (e da dove credi che nasca il filet??). E i peruviani che sferruzzano cappelli di millemila colori? e gli arabi che crochettano i loro stessi fez?
Inoltre basta guardare oltre i confini italiani. In tutto il mondo gli uomini che fanno la maglia non sono una novità e ce ne sono moltissimi che, straordinari designer, ne hanno fatto un vero e proprio mestiere.
Insomma, se gli italiani non sanno che esiste un remoto passato de “gli uomini che fanno la maglia” è il momento che si documentino e se ne facciano una ragione: nelle arti tessili gli uomini esistono da sempre! Noi, col nostro gruppo, cerchiamo di fare questa piccola evoluzione culturale.
D’altro canto, tutta questa attenzione a voi rivolta, potrebbe anche essere dovuta al fatto che, socialmente, qualcosa fatto da un uomo viene considerato, automaticamente, importante, più valido. In questo senso, se un uomo fa la maglia, sicuramente la maglia non è davvero un’attività da sfigate o da nonne (come da stereotipo sessista), ma un hobby degno di attenzione e rispetto (come da stereotipo sessista, di nuovo). Che cosa ne pensi di questo?
Fammi capire… Ci sono donne che fanno ogni genere di lavoro considerato fino a pochi anni fa ” da uomo” (il più recente; l’astronauta!) e non si sentono libere di fare la maglia??
Oppure vuoi dire che un uomo che sferruzza in pubblico apre la strada a fare altrettanto anche a quelle donne timorose d’esser considerate delle vecchie babbucce se prendono un paio di ferri in mano?
Chiunque, donna o uomo che sia, dev’essere in grado di decedere autonomamente per ciò che più gli si confà. Quali siano le persone di riferimento che gli sono più congeniali e se queste siano uomo o donna poco importa, purchè aiutino nella crescita personale.
Allora occorre lanciare un sintetico appello. Che siate donne o uomini, fregatevene! e fate ciò che vi piace perchè, per il vostro benessere, niente altro è più degno di rispetto e d’attenzione.
Il gruppo che hai fondato si chiama magliuomini, eppure gli uomini sono solo il 10% degli iscritti. Siete insomma una minoranza nel vostro stesso territorio. Pensi che una politica inclusiva piuttosto che esclusiva paghi, non tanto a livello di notorietà, quanto a livello di utilità del gruppo stesso per gli uomini che ne fanno parte?
Il gruppo nasce per dare slancio a una minoranza di uomini in mondo prevalentemente femminile che, altrimenti, difficilmente avrebbe modo di conoscersi. Ma se fosse un gruppo esclusivamente riservato agli uomini questi vivrebbero nella limitatezza di visione cui gli costringerebbe l’essere essi stessi una minoranza. Col paraocchi come i cavalli! Insomma, la passione per qualcosa viene vissuta in modo più produttivo e divertente quante più persone si conoscono che la condividono con te.
Perchè dovremmo precluderci e precludere questa possibilità?
lo scambio di idee, il confronto, sono importantissimi nelle attività manuali e non sapremmo quello che sappiamo oggi se ci fossimo chiusi a tecniche, metodi, insegnamenti, provenienti da altre culture e popoli. Ma ti pare che fondavamo una setta??!
Da un punto di vista personale, quanto è stato complicato il tuo rapporto con la maglia, soprattutto negli scorsi anni quando non era consueto vedere un uomo sferruzzare?
Questo ti ha mai fatto pensare di abbandonare la tua passione?
Molto complicato. Ma non ho mai pensato di abbandonare la mia passione.
Ci sono stati momenti difficili, è vero, sopratutto perchè ho iniziato sin da molto piccolo, a circa 6 anni.
I bambini non hanno preconcetti, non si pongono il dubbio se una cosa sia giusta o sbagliata, da maschi o da femmine ma solo se gli diverte o no. Alcuni adulti invece, pretendono di sapere cosa un bimbo debba o non debba fare per sembrare più “simile” al suo sesso biologico. E io sono fermamente convinto che questo comportamento impedisca un buon sviluppo della personalità, creando solo confusioni e incertezze.
Per farti capire, ti racconto una storiella che, dopo 35 anni, ricordo ancora perfettamente per quanta vergogna mi fece provare. Intorno ai 10 anni, decisi di cimentarmi nello jaquard. (allora di fair-isle non si parlava affatto. La maglia in tondo, era un’eresia!) Per giorni e giorni covai la voglia di provare ma non avevo in casa lana in due colori contrastanti.
Un pomeriggio, tornando da scuola, presi il coraggio a piene mani e mi fermai in merceria per chiedere “un gomitolo bianco e uno nero, per favore! Per ferri del 4, grazie!“.
Ricordo perfettamente lo sguardo sbieco che mi dette la negoziante e il mutismo assoluto di questa durante le manovre di ricerca e di pagamento (la MIA paghetta settimanale!!). Uscii sudatissimo e con il viso in fiamme, manco gli avessi rubati quei gomitoli!
E così sono andate le cose per un po’… Poi, più imparavo a fare la maglia e più aumentava la mia disinvoltura nel fare acquisti. Dopo qualche anno, non ci ho facevo più caso.
Forse avrei mollato se non avessi avuto una persona speciale al mio fianco: mia nonna. Nonna Vienna.
È stata leia insegnarmi a fare la maglia e lei ne andava fiera e orgoliosa che io sapessi farlo. Se non ho desistito, lo devo a lei e a tutti i suoi incoraggiamenti.
Qualsiasi cosa facessi, lei mi diceva “bravo“! se sbagliavo mi correggeva, certo, ma non per questo era meno partecipe della mia soddisfazione.
Quanto vorrei pter lavorare con lei ancora una volta… Erano momenti bellissimi, quelli là…
Ora state crescendo anche un blog, che genere di post potremo trovare?
Il blog è stato creato in fretta e furia 3 giorni prima di Abilmente Roma ed è solo grazie a te e a Debora Salza che siamo riusciti a fare i primi post “live” con le foto dell’evento.
Credo che ci saranno più rubriche. Certamente ne dedicheremo una alle “Magliuomini Interview”: un post, un’intervista a un Magliuomo del gruppo perchè si possa sapere un po’ di più su di lui, cosa fa, cosa gli piace, cosa vuol essere “da grande”.
E forse un’altra “Magliuomini Likes”, in cui si fanno recensioni di prodotti che ci sono particolarmente piaciuti: filati, ferri, accessori, etc…
E ancora “Magliuomini Designs”, dove si potranno lanciare nuovi pattern a tema esclusivamente maschile e unisex (e questo aprirà il blog anche alle Maglialei).
Ma sostanzialmente sarà tutto in divenire. Ci metteremo tutto ciò che ci viene in mente al momento come abbiamo fatto col gruppo. In fin dei conti, questo sistema ha dato i suoi frutti, no?
Ringraziamo Paolo per la lunga intervista e lo lasciamo tornare ai suoi mitered squares, la costruzione che al momento lo entusiasma di più.
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