In occasione della presentazione del libro sull’allevamento intensivo The Dead Zone ho incontrato Monica Pelliccia e Adelina Zarlenga che mi hanno parlato del loro progetto di reportage sulla resilienza delle allevatrici nelle zone del Centro Italia colpite dal terremoto. Monica e Adelina sono già state autrici di un reportage sul ritorno alla terra delle giovani donne spagnole pubblicato con “El Periódico de Catalunya”.
Chi ci segue, conoscerà già il progetto Pecunia, al quale partecipa, tra gli altri, Valeria Gallese di Aquilana;
ed è proprio sul rapporto tra donne, allevamento, agricoltura e territorio che si concentrano Monica e Adelina.
Tra agrofemminismo e resilienza, le donne sono le nuove protagoniste dei lavori agricoli e combattono una lotta quotidiana per proteggere terre ed animali dalle sfide poste dalle catastrofi naturali, come lo sciame sismico che ha colpito la catena montuosa degli Appennini in questi ultimi mesi.
Si tratta di realtà che affrontano avverse condizioni ambientali, come il dissesto idrogeologico, che vogliono rilanciare un’economia locale sostenibile, e che lottano contro lo spopolamento delle aree tornando ad abitarle. Infatti, le allevatrici sono spesso giovani donne che sono tornate nelle terre dei loro ascendenti, riprendendo in mano terre e coltivazioni ormai abbandonate a favore della grande industria.
Donne protagoniste che, sfidando gli stereotipi, le dure condizioni economiche e l’ambiente, “stanno recuperando con forza ciò che sembrava perduto, contribuendo così a proteggere il territorio dal dissesto e dalla perdita di specie vegetali ed animali indispensabili per l’ecosistema naturale“.
Vi interessa il progetto su allevatrici e resilienza nell’Italia post sismica?
Monica Pelliccia e Adelina Zarlenga stanno cercando, in questa prima fase del reportage, allevatrici del Centro Italia che siano interessate a farsi intervistare e a condividere la propria esperienza; se lo siete o se ne conoscete, potete contattarle ai seguenti indirizzi email (non sono cliccabili per evitare che vengano invasi dallo spam, ma vanno riscritti nel campo del destinatario del vostro programma di posta elettronica).
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