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PESCE D’APRILE! Il nuovo pericolo delle tarme transgeniche

I primi esperimenti mostravano un notevole successo, dato che erano già state ottenute una serie di generazioni di tarme mutate che, appunto, succhiavano la lana senza mangiarla.

A volte i migliori piani sono qielli destinati a fallire e nel modo più catastrofico. Circa una decina di anni fa il laboatorio di biologia dell’università di Palo Alto (California), sotto la direzione del professor Cyril B. Cedarmountains, ordinario di Genetica dei Lepidotteri, ha iniziato un importante studio volto alla creazione di una nuova, meno aggressiva, varietà transgenica della comune tarma della lana. L’obiettivo era quello di creare e diffondere una varietà di tarma le cui larve, anziché divorare la lana, si limitassero a succhiarla, estraendone dei succhi nutrienti e lasciando sui capi non già dei vistosi buchi ma solo delle chiazze leggermente scolorite, senza danni strutturali alle fibre. Queste tarme modificate, molto più prolifiche delle tarme comuni, si sarebbero diffuse e ne avrebbero potuto prendere il posto, conducendo nell’arco di un paio di secoli alla completa estinzione delle tarme comuni stesse.

Le aree colorate mostrano l'azione sulle fibre delle tarme transgeniche: scolorite ma non danneggiate
Le aree colorate mostrano l’azione sulle fibre delle tarme transgeniche: scolorite ma non danneggiate

I primi esperimenti mostravano un notevole successo, dato che erano già state ottenute una serie di generazioni di tarme mutate che, appunto, succhiavano la lana senza mangiarla. Nell’immagine a falsi colori qui accanto, l’azione dei queste tarme sulla lana è evidenziata dalle aree in colore, che appaiono scolorite ma non strutturalmente danneggiate. Il passaggio successivo consisteva nel verificare la stabilità delle mutazioni indotte creando un gran numero di generazioni delle nuove tarme transgeniche in ambiente strettamente controllato. Purtroppo, a questa verifica, i nuovi insetti non hanno reagito bene. Con il passare del tempo e delle generazioni, le tarme hanno iniziato ad aumentare di dimensioni e a mostrare un atteggiamento sempre più aggressivo. La mutazione che impediva loro di nutrirsi della lana vera e propria ha dimostrato di essere recessiva e, dopo circa 30 generazioni, le grandi tarme hanno ricominciato a nutrirsi della fibra. Con stupore degli studiosi, oltre a nutrirsi, come le loro antenate naturali, di lana, alpaca, angora e simili, le tarme mutate hanno mostrato di potersi nutrire anche di seta, cotone, lino e perfino di rayon e nylon, oltre che di peli e capelli umani (gli studiosi potevano analizzare gli animali vivi solo se nudi e perfettamente depilati in ogni loro parte). L’unica cosa che le più giovani genrazioni di larve mutate facevano esattamente come erano state progettate era riprodursi ad altissima velocità.

Alcune delle tarme mutate in mano a uno studioso
Alcune delle tarme mutate in mano a uno studioso

Dopo un approfondito studio su queste tarme mutate, il professor Cedarmountains ha preso l’importante e saggia decisione di distruggere tutti gli esemplari. Purtroppo, tuttavia, una delle casse di vetro in cui le tarme erano trasportate verso il forno per la sterminazione è caduta e un gruppo di circa 40 tarme tra maschi e femmine si è diffuso nell’ambiente, iniziando rapidamente ad attaccare non solo gli abiti della popolazione della zona e i loro capelli, anche i vicini campi di cotone.

Un aereo di linea scarica il DHMO nell'atmosfera
Un aereo di linea scarica il DHMO nell’atmosfera

Per fortuna, il team guidato dal professor Cedarmountains aveva già trovato un utile insetticida in grado di sterminare la popolazione di tarme mutate, il DHMO (monossido diidrogeno o ossidano), una molecola già usata come agente pulente in molte culture tradizionali, ma che necessita di essere sintetizzato in una forma più pura e concentrata per essere attivo come insetticida per le tarme mutanti. La rapidità di riproduzione e diffusione del nuovo insetto è eccezionale: colonie e infestazioni sono già state rilevate, dopo solo pochi mesi, in Nevada, Baja California (Messico), Oregon Washington state e Canada, con un focolaio isolato a Peoria (Illinois). Per questo, la FDA e il dipartimento dell’industria USA hanno decido di autorizzare, in via del tutto eccezionale, la diffusione del DHMO direttamente nell’atmosfera mediante l’installazione di iniettori nei motori degli aerei di linea in servizio nazionale, nonostante non sia certo quale tipo di effetto possa avere il DHMO in questo grado di purezza e concentrazione sull’uomo.

Quanto a noi, il Vecchio Mondo è per ora esente da questa nuova varietà di tarma transgenica. Questo non significa che possiamo sentirci al sicuro. Le autorità hanno già richiesto di pestare particolare attenzione ai tessili di casa e di trattarli regolarmente con il DHMO di qualità commerciale, disponibile in quasi tutti i supermercati, a scopo preventivo.

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