Una sciarpa a legaccio è tutto ciò che serve per tenere traccia degli eventi, piccoli e grandi della vita. Tutto è iniziato con le spie durante la Seconda guerra mondiale, oggi usiamo questa stessa tecnica per tenere traccia delle temperature e, perché no, del ritardo dei treni.

La giornalista tedesca Sara Weber, il 6 gennaio di quest’anno, ha pubblicato su twitter la foto di una sciarpa realizzata da sua madre: una semplice sciarpa a legaccio con righe colorate. Ogni “cresta” del legaccio (composta da due ferri a dritto) rappresenta un giorno e un viaggio di andata e ritorno in treno verso il lavoro, ogni colore rappresenta una diversa durata del ritardo.
Mia madre è una pendolare nell’area di Monaco. E un’appassionata del lavoro a maglia. Ha lavorato una “sciarpa dei ritardi ferroviari” nel 2018. Due ferri al giorno: grigio per un ritardo inferiore ai 5 minuti, rosa per ritardi da 5 a 30 minuti su un solo treno, rosso per ritardo su entrambi i treni o superiore ai 30 minuti.
Ovviamente siamo in Italia e possiamo sia dare la stura a una lunga litania di ironie su quanto sarebbe lunga o rossa una sciarpa lavorata da un pendolare italiano, sia consolarci pensando che anche per i pendolari tedeschi le ferrovie non sono una passeggiata di salute. A noi però interessa anche la tecnica che sostà a questa sciarpa. Certo, si tratta di una semplice sciarpa a legaccio: avvia un certo numero di maglie e lavorale sempre a diritto. La scelta dei colori avviene però in base a una variabile definita a monte: in questo caso il ritardo dei treni.
Dalle sciarpe misura temperatura alle spie di guerra

Da un po’ di anni sono particolarmente di moda le “sciarpe misura temperatura” (temperature scarf), che ovviamente possono essere a maglia o all’uncinetto. Il lavoro è concettualmente simile, solo che anziché la durata del ritardo ferroviario la sciarpa misura la temperatura massima. Una volta stabiliti il numero di colori, gli intervalli di temperatura e l’ampiezza della sciarpa è sufficiente lavorare ogni giorno il numero di righe o ferri necessario nel colore corrispondente alla temperatura massima della giornata. In questo modo si otterrà una sorta di diagramma del clima.
Ovviamente, questa idea può essere usata per conservare la memoria di qualsiasi cosa: basta che la variabile prescelta sia misurabile o osservabile. Per questo, una tecnica simile era usata dalle spie durante la le guerre mondiali. Nulla c’è di più innocente di una donna che lavora a maglia accanto alla finestra. Per questo le donne che vivevano nei pressi delle stazioni e linee ferroviarie potevano essere arruolate per spiare i trasporti dei nemici, registrando i viaggi dei treni con maglie rovesce e gettati

Ma il lavoro a maglia poteva essere usato in modo molto più sofisticato. Phyllis Latour Doyle è una decoratissima agente segreta neozelandese che, negli anni Quaranta, fu paracadutata dietro le linee tedesche. I codici che le occorrevano per trasmettere i dati di cui veniva a conoscenza erano infatti nascosti in gugliate di seta, che la donna doveva avvolgere attorno al ferro. Insomma, dalla temperatura, ai ritardi dei treni, alle spie le donne hanno sempre usato il lavoro a maglia (o il ricamo) per trasmettere informazioni o semplicemente tenere traccia degli avvenimenti.