Abbiamo chiacchierato un po’ con Cristina di Fish&Stich per farci raccontare qualcosa in più sui filati artigianali che tinge (e talvolta fila) e poi vende online.
Facebook è sempre più un carrozzone sgangherato, per citare la nostra collega DelendaC, ma riserva ancora qualche bella sorpresa. Può infatti capitare di imbattersi in artigiani come Cristina, farmacista per necessità ma tintrice e filatrice per passione. Cristina ha creato il brand Fish&Stich (senza la “t” a causa di un refuso che ha reso ancora più unico il nome), e tramite il suo shop online (anche su Etsy) vende filati artigianali, kit per modelli e accessori.
Quello che mi ha colpita di Fish&Stich non è stata solo l’estetica di questi filati artigianali, ma anche la varietà di lane che Cristina sceglie per le sue creazioni. Curiosando nello shop infatti saltano all’occhio nomi importanti. Qualche esempio: Alpaca, Bluefaced Leicester, Corriedale, Merino, le nostrane Brogna e Cornigliese, senza trascurare la preziosa seta.
Cristina ci racconta di essersi avvicinata al mondo della tintura per curiosità, guidata dalla voglia di provare qualcosa di nuovo, e di non essersi più fermata. Lasciamo a lei la parola.
Cristina, a prima vista i tuoi filati colpiscono sicuramente per i colori. Che tipo di coloranti preferisci usare?
“Intanto lasciatemi dire che sono emozionatissima per la mia prima intervista! Per rispondere alla domanda, al momento uso i coloranti in polvere Ashford e Landscape. Li ho scelti perché sono certificati e quindi sicuri, per me e per il cliente finale; certo, non sono economici, ma la sicurezza per me è importante. Uso anche piante e fiori per quella che è definita tintura naturale, dove in realtà l’unica cosa naturale è la pianta di partenza dalla quale estrarre il colore. Qui per me è fondamentale il km zero: uso solo piante del mio giardino e fiori selvatici dei sentieri circostanti, sempre in piccoli lotti per non depauperare l’ambiente in cui vivo.”
Cosa ti ispira nella creazione delle sfumature di colore?
“Tutto! Tutto ciò che mi circonda può essere fonte di ispirazione. Un fiore, un paesaggio, il cardigan con una palette di colori interessante indossato da una vecchina che fa la spesa… Quando tingo, il più delle volte sono meticolosa e prendo appunti in modo da poter replicare quella tinta specifica. Altre volte vado a sentimento, e questi sì che sono davvero pezzi unici!”
Parliamo un po’ dei vari tipi di filati che proponi: ci racconti come li scegli?
“Quando una cosa la fai con passione cominci a studiare a fondo l’argomento. Così scopri ad esempio che di pecora, e di conseguenza di lana, non ce n’è una sola. In Gran Bretagna si trovano facilmente, anche online, moltissimi tipi diversi di lane (tra cui prediligo la Bluefaced Leicester). La buona notizia è che anche in Italia si stanno finalmente riscoprendo pecore autoctone, rare e quasi estinte, tipo la Brogna e la Cornigliese.”
A proposito di queste lane rare, la tua lana Km zero è una chicca, vero?
“Sì, una chicca che deriva da una fortuna che hanno in pochi. Pochi infatti vivono, come me, in montagna, vicino al pastore Tobia che alleva pecore Lacaune, le tosa, porta la lana a Cutigliano, appena sotto l’Abetone, dal signor Giannini che poi la fila in tempi biblici. Questa è una lana da intenditori: è ruvida, ci puoi trovare una pagliuzza o un fiore secco intrappolato, ha odore di pecora e di pascolo…”
E come sono, questi filati?
Ho testato per Maglia-Uncinetto un filato realizzato da Cristina apposta per me (e ne sono onorata), Wisteria. Si tratta di un misto 70% merino/30% seta (100 g / 240 m). Il filato risulta soffice e liscio, con la naturale lucentezza della seta a conferirgli un tocco di eleganza in più. Le sfumature hanno catturato alla perfezione quelle dei fiori di glicine, tanto che lavorando mi sembrava quasi di sentirne il profumo. Sì: i filati artigianali, unici e particolari, hanno il potere di trasformare il lavoro manuale in un’esperienza sensoriale a tutto tondo. Ho lavato il campione in acqua fredda con poco sapone vegetale e l’ho fatto asciugare appeso. Il campione ha mantenuto le sue dimensioni originali, senza cedere né restringersi. Quanto ai punti, il risultato è stato eccellente sia con un punto tessuto che con un punto pizzo.
Consiglio decisamente di provare i filati di Cristina, perché sono prodotti davvero ottimi.
Suggerisco di usarli per capi o accessori semplici, che non distolgano l’attenzione dal filato, ma lo lascino risplendere. Io ho usato Wisteria per la mia TC Pfeilraupe, di cui potete vedere una foto sotto: lascio giudicare a voi il risultato.
Ringrazio Cristina per aver fornito i campioni di filato per questa recensione, e per la gentilezza nel rispondere alle mie domande. Potete seguire gli aggiornamenti di Fish&Stich sulla pagina Facebook e tenere d’occhio lo shop su Tictail e quello su Etsy. Inoltre, trovate un’altra mia recensione di un filato Fish&Stich sul mio blog personale.
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