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Babbo Natale tra tradizione e gomitoli

Country Santa Throw Red Heart Design Team Babbo Natale

Babbo Natale, una figura molto amata dai piccoli e da chi conserva l’amore per il Natale. Ma chi è il caro vecchietto, in realtà?

Babbo Natale: pronunciando queste parole alcuni pensano ad atmosfere da cartolina, profumo di biscotti e doni fatti con amore. Altri si scocciano, perché questo personaggio ricorda loro il consumismo sfrenato e la perdita dei “veri valori del Natale”. Senza contare il fatto che Babbo Natale non fa parte della “nostra” tradizione, giusto? Sbagliato!

Se volete scoprire con me qualcosa in più su Babbo Natale, eccovi accontentati.

Merry Old Santa di Thomas Nast (da Wikipedia)

Chi sostiene che Babbo Natale non faccia parte di una “nostra” fantomatica tradizione presume che egli sia arrivato a noi dagli USA, dove Clement C. Moore nel 1823 scrisse la famosa poesia “A Visit from Saint Nicholas“. La storia di Babbo Natale è tuttavia più complessa. Nel 1626 giunse in America una nave olandese la cui polena rappresentava San Nicola, patrono dei bambini, dei marinai, dei mercanti, dei ladri e delle prostitute, noto in olandese come Sinter Claes, poi anglicizzato in Santa Claus. I coloni olandesi fondarono la città di New Amsterdam, 38 anni dopo ceduta all’Inghilterra e ribattezzata New York. Gli olandesi furono soppiantati dei britannici anche nel numero di coloni, e di loro restarono solo pochi nomi e ancora più rare tradizioni. La leggenda olandese di Santa Claus ispirò Moore, che nella sua poesia lo descrive come un elfo. L’illustratore Boyd lo disegnò come caricatura di ometto olandese intento a fumare una pipa in ceramica. Quarant’anni dopo un altro illustratore, Nast, di origini bavaresi, illustrò l’elfo della poesia di Moore seguendo le tradizioni della propria terra di origine, ovvero come uno gnomo arcigno e poco amichevole, vestito di pelli e armato di un bastone con cui intimoriva i bambini. Insomma, siamo lontani dal vecchietto pacioso che ora conosciamo! Questa rappresentazione è dovuta infatti alla Coca Cola ed all’artista Sundblom, al quale la ditta di bevande affidò il compito di ingentilire la figura di Santa Claus per fare più presa sui bambini. Fu così che nacque l’allegro e florido Babbo Natale vestito di rosso e bianco che oggi conosciamo.

Perciò Babbo Natale in realtà è il San Nicola venerato degli olandesi, e non fa comunque parte delle nostre tradizioni, vero? Non proprio.

San Nicola nel IV secolo fu vescovo di Myra, in Licia, provincia dell’Impero bizantino nell’attuale Turchia. In Italia è particolarmente venerato a Bari, dove parte delle sue reliquie furono trasportate secondo la leggenda da alcuni pescatori – in realtà furono trafugate da alcuni mercanti nel 1087. Un’altra parte delle reliquie fu traslata a Venezia, altra città dove il santo, con il nome di Nicolò, gode di grande seguito. Santo misterioso, secondo alcuni discendente di antichi dèi, San Nicola è venerato in tutta Europa, compresa l’Olanda. Qui i fedeli della nuova religione (il cristianesimo) trovarono nella sua figura alcune caratteristiche comuni con Wodan (Odino). Wodan ogni anno guidava un grande corteo di anime e spiriti, la Caccia Selvaggia. Secondo la tradizione nordica, Wodan avrebbe portato ricchi doni ai bambini che avessero a loro volta lasciato, nelle calze o nelle scarpe, paglia e altre leccornie in dono al suo destriero, il fido Sleipnir dalle otto zampe. In Belgio e Olanda San Nicola ha sostituito Wodan, e ancora oggi in quei paesi i bambini usano donare paglia a Sleipnir per ricevere dolci e doni da San Nicola.

Santa Claus Doll Kelly Pratt Babbo Natale
Santa Claus Doll di Kelly Pratt

Tutto molto bello, ma cosa c’entra con l’Italia?

Anche in Italia, specie nelle regioni dove il culto di San Nicola è più sentito, era tradizione che nella notte tra il 5 ed il 6 di dicembre (giorno di festa del Santo) questo visitasse i bambini portando loro dei doni, in sella al suo cavallo. Interessante, nel parallelismo tra le due figure, anche il loro aspetto: anziani barbuti e snelli, alti e fieri sui loro destrieri, generosi con chi si mostra generoso nei loro confronti. Non dimentichiamo, poi, che per molto tempo in Italia il compito di portare doni è stato di Gesù Bambino, nella notte tra il 24 ed il 25 di dicembre. E non solo: anche Santa Lucia, in molte regioni italiane, era addetta alla distribuzione di doni, nella notte tra il 12 ed il 13 di dicembre.

Confusi? Più che comprensibile.

La figura moderna di Babbo Natale è in effetti un’introduzione relativamente recente, ma è innegabile che il suo ruolo risalga a tempi più che remoti. Il periodo del Solstizio d’Inverno, con la rinascita del Sole, è sempre stato celebrato come uno dei momenti cardine dell’anno. Per propiziare il ritorno della luce si usava accendere fuochi nella notte, su alberi o ghirlande, talvolta anche bruciando ritualmente un intero albero. Vi ricorda per caso l’albero di Natale, che un tempo si addobbava con le candele, oggi sostituite dalle lampadine? Ci sarebbe da parlare per ore di questi argomenti, e da scrivere libri su libri (sotto ne trovate alcuni), non è questa la sede. Spero di aver stuzzicato la vostra curiosità, e di essere riuscita a farvi considerare il caro vecchio Babbo Natale sotto un’altra luce.

Finita la parte storica, ecco qualche idea per celebrare Babbo Natale (e le nostre radici più antiche) con i nostri amati gomitoli!

  • Santa Claus di Elisa Sartori: ad uncinetto, simpatico amigurumi grassottello.
  • Santa Claus di yellowcosmo: a maglia, un progetto valido anche per riciclare eventuali rocche di cartone o plastica.
    Santa Claus yellowcosmo Babbo Natale
    Santa Claus di yellowcosmo
  • Country Santa Throw di Red Heart Design Team: per chi si sente ambiziosa, un plaid ad uncinetto tunisino.
  • Santa Claus Doll di Kelly Pratt: sullo stile degli gnomi scandinavi, un piccolo amigurumi ad uncinetto. Bello il berretto impreziosito da semplici ricami.
  • Santa Claus hat Ornament di O. Guignard: barba, naso e berretto ai ferri per trasformare in Babbo Natale una moltitudine di oggetti a nostro piacimento!

Qualche libro per approfondire il discorso:

  • Quando Babbo Natale era uno sciamano di Tony Van Renterghen: un libro prezioso, anche se non di facilissima lettura. Esamina bene il ruolo di Babbo Natale, dalle figure che potrebbero averlo preceduto nella Preistoria ad oggi.
  • Tenebroso Natale di Eraldo Baldini e Giuseppe Bellosi: per approfondire le tradizioni del Natale e del periodo invernale in Italia.
  • The Winter Solstice di John Matthews: solo in inglese, splendido libro ricco di illustrazioni, che racconta il Solstizio d’Inverno.

Per concludere, il mio augurio.

Ricordate, anzi, ricordiamocelo tutti: San Nicola, Babbo Natale, Wodan, Gesù Bambino, Santa Lucia… non c’entrano niente (niente) col consumismo. Cerchiamo di ritrovare in noi la luce di cui sono araldi, proviamo a lasciarci pervadere da quel calore, e facciamo del nostro meglio per vivere una festa d’inverno (quale che sia la nostra tradizione) il più genuina possibile.

La semplicità è forse il vero valore che si è perso, ma non è colpa di Babbo Natale.

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Notizie sull'autore

Valentina

Dall'uncinetto alla maglia, senza trascurare il caro vecchio uncinetto tunisino. Valentina vive a Cuneo, adora le sue valli e la Liguria di Ponente, e cerca di coniugare al meglio le sue passioni: la natura, fonte perenne di ispirazione, ed i fili.

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