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Filo lungo filo, una recensione e un racconto

Filati Yarn Gallery
Visita a Filo lungo filo 2013, la fiera del tessile artigianale di Collegno.

Nel contesto delle fiere della “creatività femminile” c’è un unico unicum. Una realtà che si svincola sia dall’idea della “perlina di plastica decoupata” delle altre fiere sia dai molti mercatini di quartiere e che è in grado di proporre allo stesso tempo una qualità di livello internazionale e l’attenzione al territorio. Si tratta di “Filo lungo filo”. Diciamo però in modo chiaro anche un’altra cosa: dopo diversi anni sono personalmente giunta alla conclusione che la fiera standard della “creatività femminile” italiana non valga il tempo e il denaro (a volte non pochissimo) che si consuma per visitarla. Si tratta di norma di carrozzoni (Bergamo e Vicenza) o “carrozzine” (più o meno tutte le altre, di dimensioni nettamente più piccole) caotiche, mal organizzate, ripetitive (di solito gli stand sono gli stessi) e poco interessanti. Nel caso poi di chi è appassionato di maglia e uncinetto (o di altre tecniche tessili), in queste fiere si trova veramente poco: pochi stand mal organizzati (non esiste un’area specifica per gli yarn crafts) e che vendono articoli di scarso valore.

“Filo lungo filo” è una cosa diversa. Nata come una fiera specificamente rivolta alla tessitura, per celebrare la memoria del cotonificio Leumann, si è estesa ad altri ambiti dell’artigianato tessile e oggi ha stand che spaziano dalla tessitura alla maglia, ai filati, agli attrezzi. Il tutto sempre e tassativamente nell’ottica di una produzione root, quindi i filati presenti non si limitano a essere naturali (quasi esclusivamente naturali) ma sono anche artigianali (molti i filatori e i tintori che espongono) o di filiera corta (come il caso dell’Alpacone) o fanno capo a microaziende con interessanti brevetti (come il pettine-liccio tubolare di Matteo Salusso). L’esperienza di girare per il padiglione di “Filo lungo filo” è quindi una di quelle a forte potenziale Stendhal: ci si aggira un po’ stupefatti dalla quantità di materiali meravigliosi a disposizione e che al di fuori di questa fiera sono scarsamente disponibili, anche per la resistenza a usare in modo compiuto Internet da parte di molti di questi artigiani.

A mio avviso, l’unica mancanza della fiera (oltre a una certa insufficienza e inefficacia delle comunicazioni sia al pubblico che alla stampa) è che nel comunque ricchissimo programma culturale, forte di conferenze e tavole rotonde, che circonda la fiera espositiva, mancano un po’ i corsi indirizzati ai frequentatori del marketplace. Un autentico salto di qualità sarebbe infatti affiancare al mercato anche un programma magari non particoalrmente esteso ma sicuramente di alto livello di lezioni. Se questo avvenisse, “Filo lungo filo” finirebbe realmente per essere una valida controparte alle due bellissime edizioni di KnitNation.

Il racconto di che cosa si può vedere a “Filo lungo filo” sarebbe troppo lungo, meglio loggarsi su Instagram e affidarsi all’hashtag #filolungofilo per vedere le foto scattate durante la fiera (ne mostriamo una selezione qui sopra). Lasciatevi ispirare dalle fotografie e restate in attesa delle notizie relative all’edizione 2014.

Notizie sull'autore

Alice Twain

Lavoro a maglia da diversi anni, tengo corsi di livello avanzato e su tecniche peculiari, disegno modelli, sono tra le fondatrici del gruppo stitch and bitch Milano (ci trovate su Blogspot). Ho scritto il manuale minimo di maglia "Ai ferri corti", il mio blog personale è Ferricorti.

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