Il vivagno non si fa, in qualsiasi lavoro a maglia in ferri di andata e ritorno c’è il vivagno, comunque tu lo lavori: si tratta del margine del lavoro!
Vivagno: s. m. [dal lat. mediev. vivagnum, der. di (*orum) vivum «(margine oltre il quale comincia) il vivo (della stoffa)»]. – 1. a. Ciascuno dei due margini laterali di un tessuto in pezza (sinon. meno com. di cimosa); anche, la prima o l’ultima maglia di un lavoro ai ferri o all’uncinetto. […] (Vocabolario Treccani.)
Quindi, il vivagno non “si fa”. Il vivagno esiste in qualsiasi lavoro a maglia o all’uncinetto se eseguito in piano. L’unico modo per non avere vivagno è lavorare in tondo, quindi produrre un “tessuto” che non ha un inizio e una fine ma prosegue in tondo senza interruzione. Questo è un concetto che sfugge ad alcuni, soprattutto nel lavoro a maglia. Il vivagno non si può “fare”, o c’è o non c’è, ed è una necessaria conseguenza del lavorare in piano.
Il concetto di vivagno è quindi affine a quello di cimosa di un tessuto: anche nel caso della cimosa non si tratta di una lavorazione specifica particolare, è banalmente il margine di un lavoro. Talvolta la cimosa (o il vivagno) è rinforzata per dare una finitura migliore al tessuto. Ma non è questo rinforzo a creare la cimosa.
Quanti tipi di vivagno?
Detto questo, è ovvio che ci possono essere molti tipi diversi di vivagno. Il vivagno può essere lavorato con diverse combinazioni di maglie, eseguite a diritto o a rovescio, o anche passate. A seconda di come è lavorato, il vivagno può essere decorativo per formare un margine regolare ed elegante, funzionale (per esempio adatto alle cuciture o a riprendere le maglie) o entrambe le cose. I quattro vivagni più comuni, tanto per la maglia rasata che per la maglia legaccio, sono i seguenti:
- la prima e l’ultima maglia di ogni ferro sono sempre lavorati come tutte le maglie seguenti;
- la prima e l’ultima maglia di ogni ferro sono sempre lavorati a diritto;
- l’ultima maglia di ogni ferro viene lavorata a diritto, la prima maglia del ferro precedente viene passata a diritto;
- l’ultima maglia di ogni ferro viene lavorata a diritto, la prima maglia del ferro precedente viene passata a rovescio.
Vivagni semplici e complessi
In aggiunta a questi quattro, esistono anche altri vivagni semplici (cioè lavorati solo sulle due maglie di margine). Una costante è che queste due maglie sono comunque lavorate in almeno metà dei ferri. Se passi la prima maglia del ferro, l’ultima dovrai lavorarla. Se ogni singolo ferro avesse sia la prima che l’ultima maglia passata, il lavoro non potrebbe avanzare. Quindi, se la prima maglia viene passata, l’ultima deve necessariamente essere lavorata, se l’ultima viene passata, la prima deve necessariamente essere lavorata, e se nei ferri dispari la prima e l’ultima maglia vengono passate, nei ferri pari entrambe dovranno sempre essere lavorate.
Oltre ai vivagni semplici, poi, esistono anche i vivagni complessi, formati da 2 o più maglie su ogni lato. Questi vivagni spesso fungono anche da bordo per il lavoro. In pratica esisono dozzine di modi di lavorare il vivagno, molti più di quanto la maggior parte delle persone immagina. Ma resta il fatto che il vivagno è una caratteristica intrinseca del lavoro a maglia (o all’uncinetto) in piano, non qualcosa che si “fa” deliberatamente.
Il vivagno non impedisce al lavoro di arrotolarsi
Una cosa che, contrariamente ai miti, il vivagno non può fare è impedire al lavoro a maglia rasata di arrotolarsi. Abbiamo spiegato in uno dei primi articoli di questo sito il perché la maglia rasata tende ad arrotolarsi. Ebbene, comunque si lavori il vivagno, questo non può impedire alla maglia rasata di arrotolarsi. Il vivagno riguarda solo la prima e l’ultima maglia, ovverosia le prime e le ultime 2-3 maglie nel caso di vivagni complessi. L’arrotolamento però è costituzionale nella maglia rasata, determinato dalla forma dei punti. Solo una severa messa in forma e dei bordi alti almeno 3-4 cm possono ridurre l’arrotolamento della maglia rasata.
