Ci fa piacere presentare un’intervista a Violeta, non solo perché un’ostetrica impegnata nella divulgazione delle informazioni sull’anatomia e sulla salute femminile, sempre pronta ad aggiornarsi, a ricercare informazioni, disposta a mettere in discussione il sapere dato per scontato (e anche se stessa), ma anche perché Violeta usa, come strumenti per farci vedere come siamo fatte dentro, modelli anatomici tridimensionali a maglia e all’uncinetto fatti da lei.
In che contesti usi i tuoi modelli? Durante i workshop e le dimostrazioni divulgative, o anche in contesti più professionali?
Il modello della Peppa lo uso quando ho bisogno di mostrare l’anatomia della vagina quando parlo di coppette, pap test, diaframmi e magari anche quando si parla di sessualità. Ho avuto modo di usarla anche per spiegare alle colleghe alcune cose sul diaframma o sulla coppetta mestruale, anche se conoscono bene l’anatomia, poter vedere come ad esempio una coppetta si comporta là dentro è utile e pratico. Sto iniziando a usarla per le varie recensioni o per i video dimostrativi per gli articoli che pubblico nel mio blog.
Che riscontro ha avuto?
È piaciuta molto ed essendo un po’ tendente al cartone animato o comunque non del tutto reale, riesce a essere vista senza tanti pregiudizi. Ad esempio ogni tanto le metto il toupée e questo scatena molte risate o chiacchiere su come si può depilare il monte di Venere. Le colleghe anche l’apprezzano e me ne hanno già ordinate. Essendo la vagina una parte della donna nascosta, e almeno in Italia ancora coperta da numerosi tabù, poter avere un modellino che la rende in qualche modo reale e visibile, aiuta a far comprendere come siamo fatte e come gli oggetti (coppetta, assorbente interno, diaframma, pene, ecc) interagiscano con essa.
Alcuni tuoi modelli sono realizzati a maglia e all’uncinetto, altri sono tagliati e cuciti, cosa ti fa preferire una tecnica o l’altra?
Ogni tanto prevale il mio senso estetico, magari in un modo è più bello come appare a maglia altre invece all’uncinetto o cucito. Di solito cerco la tecnica che mi permetta di ottenere una determinata forma. Ad esempio per la mammella ho usato stoffa rosina, una stoffa che ho fatto stampare con un mio disegno, e per il capezzolo una maglina che al tatto assomiglia al camoscio e l’anima del capezzolo l’ho fatta con della gommapiuma per renderlo un po’ turgido come quello delle mamme che allattano. Per la vagina ho usato più tecniche: maglia tubolare per le grandi labbra, uncinetto per le piccole labbra e per la cervice, il canale vaginale l’ho creato con PVC trasparente perchè quello che desideravo era che si vedesse cosa succedeva dentro. Ho in mente di farne anche una con il canale a maglia, che sia un po’ elastica, per far comprendere che le pareti vaginali si chiudono su se stesse anche se ospitano una coppetta o un pene. Per la placenta invece ho usato la macchina da cucire, ricamo con la tecnica del freemotion e il tricotin per il cordone ombelicale. Diciamo che adatto le tecniche in base all’effetto che voglio ottenere.
Pratichi maglia, uncinetto e taglio e cucito anche al di fuori della tua attività professionale come ostetrica?
Io mi presento di solito come una ostetrica artigiana: oltre a essere ostetrica, o forse anche prima di esserlo, sono artigiana. Mi piace creare oggetti di vario tipo usando molte tecniche e il riciclo. Credo che sia grazie al fatto che ero già artigiana che son riuscita a inventarmi i miei modellini per rendere più facile l’interazione con le donne.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Mi piacerebbe lavorare a maglia tantissime mammelle tutte differenti perchè è così che lo sono in realtà, da poter usare durante i corsi sia su allattamento che sulla sessualità. Spesso la forma del seno porta qualche complesso e sapere che tutte son diverse potrebbe spero aiutare a vivere meglio.
Voglio anche lavorare a maglia/uncinetto un pene visto che parlo anche di sessualità nel mio lavoro. Ho già qualche idea per montare i vari pezzi.
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