La pecora cornigliese è stata a lungo protagonista dell’allevamento di ovini sull’appennino emiliano, ma nel 1994 era praticamente estinta con circa 50 animali sopravvissuti. Oggi un gruppo di allevatori si sta industriando per riportare questa razza a una certa floridità, i capi sono aumentati a oltre 700 e la carne di “pecora-mucca” come la cornigliese era nota nell’area è riapparsa sulle tavole della zona insieme ai formaggi.
Ma per l’Associazione Arcadia di Sala Baganza questo non era sufficente! Con il supporto di Cariparma, l’associazione ha tosato la lana, pur non di qualità ottimale, prodotta dalle pecore cornigliesi e l’ha trasformata in un filato adatto alla tessitura ma anche, entro certi limiti, alla confezione di accessori ai ferri e all’uncinetto. Questa lana, sia trasformata in filato che in fibra sciolta, è stata consegnata a una serie di artigiane e artiste chel’hanno usata per creare manufatti (a maglia, all’uncinetto, tessuti, infeltriti) che, restituiti all’associazione, sono diventati parte di una mostra attualmente in esposizione presso la Camera di Commercio di Parma (a due passi dalla stazione).
Alcuni esempi dei lavori portati alla mostra sono fotografati alla pagina Facebook della Pecora Cornigliese, che però è costutuita da un gruppo chiuso e quindi le immagini sono accessibili solo agli iscritti alla pagina (un po’ contraddicendo l’ispirazione “pubblicitaria” dell’iniziativa a favore di questa eccezionale razza).
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