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#8 Strudeldì: aspettarsi l’inaspettato (parte due)

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Nepalese Haley Jacket di rishi

Sfogliando Ravelry, quante volte capita di imbattersi in progetti che, orfani di pattern di riferimento, ti rapiscono il cuore? Ehr… beh, di certo non spesso. Si cerca sempre l’abbinamento al pattern, anche solo per un dettaglio, perché è molto più comodo così, diciamolo.

Però. Però. A volte capita di imbattersi in progetti che sono destinati a restare tali, e questo per varie ragioni. Che possono andare dalla pigrizia dell’esecutore, all’impossibilità di codifica della lavorazione, alla difficoltà oggettiva nella riproduzione del progetto e, non ultimo, il desiderio che l’oggetto realizzato rimanga unico.

Eh si, però ci rubano il cuore lo stesso, diciamolo.

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Il Fair Isle Cardigan di lorijo, per esempio, è un meraviglioso esempio di una lavorazione a colori intricatissima e difficilissima. Armonioso nelle proporzioni, i colori perfettamente coordinati, classico ma non banale. Bello l’abbinamento con i classici jeans, anche con un paio di pantaloni di velluto o una gonna in tweed. Da solo può sostenere un’intera serata di conversazioni.

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Il fantasmagorico abito Boogie Woogie di TaniaO (ah, queste russe!) ci rapisce il cuore e fa sorgere dentro di noi l’insano proposito di prendere un aereo solo per andare a strapparglielo di dosso. Proposito insano ma legittimo! Ed anzi, andatevi a vedere i suoi altri progetti. Io passo domani con i sali e vi faccio rinvenire. Certo io eviterei quei fiori al polso, alla cintura e al poso: la perfezione è nel vestito e non nei suoi inutili orpelli. Menzione sui colori.

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La Nepalese Haley Jacket di rishi è stata realizza, probabilmente, sotto l’effetto di qualche sostanza dopante. Non si spiegano altrimenti l’eccellenza dell’esecuzione e le straordinarie fantasie. Lavorata completamente a colori senza che questi stridano l’uno con l’altro, è addirittura foderata nella zona del collo e dell’apertura davanti per una maggiore tenuta. In abbinamento qualcosa in monocolore, qualsiasi cosa, tanto.

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Ce n’è anche per i più piccoli con lo Gnome Yoke Cardigan! di Heliina. Qua probabilmente c’è un po’ di gelosia nel dividere il pattern, perché il lavoro non è eccessivamente complicato…. ma comunque delizioso! Adatto sia a maschietti che femminucce, è semplice con un guizzo di personalità. Grazioso ma non lezioso, originale nel decoro. Da copiare in versione adulta immantinente.

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Terminiamo con il cardigan Moroccan Night di yellowcosmo. Un esempio di colori bene accostati, un taglio delicato, è davvero stupendo! Certo non lo metterei con il vestito bianco che ci si propone… magari un paio di jeans, od una gonna sportiva. Ci vuole poco, è talmente bello! E senza pattern, almeno per il momento. Chissà se la designer si commuove?

La prima parte di Aspettarsi l’inaspettato potete leggerla qui.

 

Notizie sull'autore

Valentina Cosciani

Valentina vive a Trieste con il marito Paolo, i due figli Leonardo e Riccardo, e il gatto Strudel. Passa la maggior parte del suo tempo lavorando a maglia, disegnando i suoi schemi (il suo nickname su Ravelry è Tibisay) e criticando le nuove tendenze in fatto di moda.

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